Il ricercatore italo-palestinese era stato arrestato il 31 agosto al valico di frontiera di Allenby. Non sono mai state fornite le motivazioni dell’arresto
I giudici israeliani hanno prolungato di 7 giorni la detenzione di Khaled El Qaisi, il ricercatore italo-palestinese arresto il 31 agosto al valico di frontiera di Allenby, tra Cisgiordania e Giordania. È stata, quindi, accolta solo in parte la richiesta avanzata dalla Procura di 11 giorni. Non è mai stata formulata alcuna accusa nei confronti del giovane.
Stando a quanto riferito da Pagine Esteri, il ricercatore è riuscito a parlare con il suo avvocato. Dopo l’udienza è stato portato nel centro di detenzione di Petah Tikva.
El Qaisi, studente diLlingue e civiltà orientali all’università La Sapienza di Roma e fondatore del Centro documentazione palestinese, era stato tratto in arresto mentre si trovava al controllo dei bagagli con la moglie e il figlio di quattro anni, dopo una vacanza in Palestina, per “ragioni di sicurezza”, come riporta La Repubblica.
«Eravamo in viaggio con nostro figlio ed eravamo felici, perché avevamo portato il nostro bambino nei luoghi di origine del padre – ha raccontato la moglie Francesca Antonucci, come riporta la testata – Quando all’improvviso Khaled è stato fermato dalla Polizia. Ho provato più volte a chiedere dove lo stessero portando e non ho avuto alcuna risposta».
Venerdì 15 settembre si svolgerà un’assemblea pubblica alla Facoltà di Lettera della Sapienza per chiedere la liberazione di El Qaisi.
di: Francesca LASI
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