BAMBINI SOMALIA

Bambini costretti a prestarsi alle dinamiche delle guerriglie, il rapporto delle Nazioni Unite

Vengono rapiti o rispondono alla disperanza, alla fame, al bisogno di protezione. Sono queste le terribile storia dei bambini costretti a rinunciare alla propria infanzia per imbracciare un fucile.

Secondo il rapporto 2021 del Segretario Generale ONU le milizie e gli eserciti regolari di molti Paesi si avvalgono frequentemente dei minori, tra questi Afghanistan, Colombia, Repubblica Democratica del Congo, Repubblica Centrafricana, Iraq, Mali, Sudan, Sudan del Sud, Somalia, Siria, Yemen, Myanmar, Nigeria, Filippine. Le stime parlando di 8 mila casi di minori usati in combattimento in 20 Paesi. Nel 2020, in Somalia, 1.700 bambini sono stati rapiti da Al Shabab e altri 200 sfruttati da esercito e polizia. Oltre 2.500 minori sono stati reclutati nella Repubblica Democratica del Congo tra il 2008 e il 2019, altri 200 in Burkina Faso.

Bambini e bambine vengono costretti a imbracciare fucili ma anche armi piccole, svolgono il compito di cuoco, facchino, messaggero, le bambine vengono date in sposa ai guerriglieri o utilizzate come kamikaze. Ancora, vengono uccisi, torturati, mutilati, drogati per eliminare dolore e paura, gravidanze indesiderate e si infettano con l’AIDS.

La comunità internazionale e le istituzioni globali sono chiamate a mettere un freno a questo fenomeno e a restituire i bambini al loro posto, i banchi di scuola e i giochi.

di: Alessia MALCAUS

FOTO: ANSA/EPA/AU-UN IST / STUART PRICE