“Si trattava di riconoscere uguaglianza e civiltà. Ormai siamo alla destra ungherese”, dice il deputato del Pd Alessandro Zan. Salvini: “l bimbo ha bisogno di una mamma e di un papà”
Dopo che la commissione Politiche europee del Senato ha respinto la proposta di regolamento Ue sul riconoscimento dei diritti dei figli di coppie omogenitoriali e l’adozione di un certificato europeo di filiazione, si è aperto un forte dibattito politico sui diritti civili.
«Si trattava di riconoscere uguaglianza e civiltà. Ormai siamo alla destra ungherese», dice il deputato del Pd Alessandro Zan. Il discorso è stato poi ripetuto dall’eurodeputata del Pd, Irene Tinagli: «sul fronte dei diritti questo governo si avvicina pericolosamente al confine ungherese: un comportamento discriminatorio nei confronti dei bambini che francamente non mi sarei aspettata da una premier donna e mamma».
«Con questa decisione Giorgia Meloni e i suoi adepti si assumono una responsabilità clamorosa – commentano anche i senatori del Movimento 5 Stelle Dolores Bevilacqua e Pietro Lorefice – portare l’Italia sull’asse di Orban e della Polonia in materia di diritti».
«Sono contrario alla depenalizzazione della Gpa (Gestazione per altri) ma è assurdo e ingiusto che i bambini ne subiscano le conseguenze negative. La posizione della maggioranza è ingiusta e sbagliata», commenta il leader di Azione Carlo Calenda.
Anche il sindaco Beppe Sala lo ritiene “un passo indietro politico e sociale”, ricordando il vuoto legislativo a cui i sindaci hanno dovuto sopperire. Dichiara che serve una legge nazionale, per consentire come in altri Paesi europei la registrazione del figlio di una coppia dello stesso sesso.
«È urgente e necessaria una legge nazionale chiara – dice a sua volta il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri – mi unisco ai Sindaci Sala, Lepore, Lorusso e altri nel chiedere al Parlamento di assumersi al più presto la responsabilità di garantire il riconoscimento di pieni diritti per tutti i minori che vivono nel nostro Paese, compresi quelli delle Famiglie Arcobaleno».
La risposta di Salvini
«Quando parlo di autonomia, la applico anche a livello europeo. Quindi non può essere Bruxelles a imporre il concetto di famiglia ai singoli Paesi. Gli svedesi decideranno per la Svezia, i greci per la Grecia e gli italiani per l’Italia. Per quello che mi riguarda, l’amore è bello, è libero, è sacro, è fondamentale per tutti. Il bimbo ha bisogno di una mamma e di un papà», ha detto il vicepremier e ministro delle Infrastrutture.
«I bambini non si comprano, non si affittano, non si scelgono su Internet, e io su questo non cambierò mai opinione. Poi uno può essere eterosessuale, omosessuale, bisessuale, pansessuale o transessuale. Sapere che in qualche scuola non si festeggia la festa del papà, la festa di San Giuseppe, per non ho capito quale problema, secondo me è una follia. E quindi l’Italia garantisce i diritti di tutti, ma il bimbo ha una mamma e un papà», ha concluso Salvini.
di: Alice GEMMA
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