Azienda leader nella produzione di macchine con tecnologia estrusione soffiaggio a basso consumo energetico

Nata nel 1964 dalla holding di riferimento Plastimac, Plastiblow Srl prende vita dall’esigenza di realizzare e costruire macchine che potessero lavorare la plastica dando forma a contenitori. I fondatori, la famiglia Giordani, insieme alle sapienti capacità di Franco Tonelli, hanno creato una macchina in grado di produrre flaconi dalla plastica.

A raccontarci come funziona questo processo e come l’azienda è attiva nel settore è il Dott. Marco Biondi, Amministratoree CFOdi Plastiblow.

Come funziona il meccanismo di creazione delle confezioni in plastica?

«Il sistema di produzione delle nostre macchine prende il nome di soffiaggio. Sostanzialmente, le macchine vengono caricate, attraverso una tramoggia, con plastica in granulo. Questa viene trasportata e scaldata fino a fonderla, per poi uscire semi solida da una testa a forma di tubo incanalata in uno stampo a forma di flacone. A stampo chiuso, viene soffiata aria e così prende la forma del flacone».

Nel mercato, che ruolo ricoprono i flaconi?

«I flaconi hanno un ruolo decisivo nel mercato. Questi rappresentano al meglio il prodotto e questo deve necessariamente essere bello, inducendo così il cliente ad acquistare l’oggetto in questione, come ad esempio lo shampoo o prodotti cosmetici. In particolare, la cosmetica esige prodotti esteticamente belli e ben realizzati. Uno dei tanti casi riguarda il gruppo Pettenon Cosmetics S.p.A. che da oltre 60 anni sostiene in Italia e all’estero l’alta qualità made in Italy del professional hair care. A tal proposito, subentra la figura dello stampista che ha il compito di studiare lo stampo e di prepararlo su misura. Talvolta capita che i clienti comprino direttamente le macchine e lo stesso stampo per poi prodursi in autonomia i flaconi».

Cosa vi differenzia dai competitor? Che tipo di rapporto avete con la clientela?

«Molti considerano l’obiettivo principale quello di vendere il macchinario; per noi, non proprio   così. Il business per l’azienda inizia quando il macchinario è stato venduto, per un semplice motivo: il macchinario è l’unità produttiva del cliente e questo realizza la propria azienda in base ai nostri prodotti. Tanto è vero che inseriamo una figura preposta che definisce insieme al cliente il layout della sua fabbrica; questo perché sovente l’acquirente deve partire dalle fondamenta. La fornitura delle macchine avviene principalmente in tre fasi: la prima consiste nel “FAT”, ovvero la fase di collaudo in casa madre mentre a consegna avvenuta, inizia la seconda fase chiamata “SAT”, che consiste nel riproporre il medesimo test di collaudo per accertarsi che la macchina sia efficiente all’interno della fabbrica del cliente. La terza fase post-vendita, è finalizzata al monitoraggio costante delle condizioni della macchina: questo permette di fare attività predittiva qualora si riscontrassero eventuali anomalie. Se il cliente dovesse acquistare più macchine, noi ci rendiamo disponibili a creare sedi dislocate presso la sua realtà, in modo tale da affiancarlo costantemente».

Quali sono i progetti futuri in campo per Plastiblow? Come vede l’azienda nei prossimi anni?

«In merito ai progetti, l’azienda si sta muovendo su due fronti: in primis, c’è la volontà di utilizzare plastica riciclata. Tanto è vero che abbiamo realizzato macchine flessibili che hanno la capacità di eseguire tale lavoro. Secondariamente, a giugno abbiamo in programma di installare impianti fotovoltaici nelle due sedi a Corsico. Questo ci renderà al 70% autonomi mentre il 30% restante lo prenderemo da un impianto idroelettrico tramite una società convenzionata».Plastiblow fa parte del gruppo Plastimac dove partecipa anche la società Maris S.p.A, azienda che si occupa della lavorazione della plastica per estrusione.