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Putin si scaglia contro l’intelligence straniera che cerca di destabilizzare la Russia

In un comunicato dell’organizzazione umanitaria per i diritti umani Human Rights Watch si legge che nei territori ucraini occupati i russi arruolano forzatamente i civili ucraini, obbligandoli a combattere. Hugh Williamson, direttore di Hrw per l’Europa e l’Asia centrale, scrive: «le autorità russe apertamente e illegalmente obbligano gli uomini nelle aree dell’ucraina occupate a combattere contro il loro Paese. Meno visibile è la loro prassi di spingere i civili ucraini detenuti, che non hanno dove nascondersi o fuggire, ad arruolarsi nelle forze russe».

Intanto il presidente russo Vladimir Putin ha chiesto una risposta “severa” ai servizi di intelligence stranieri colpevoli, secondo lui, di aver tentato di destabilizzare Mosca aiutando Kiev. In un video in occasione della Giornata degli agenti di intelligence il presidente sostiene che “il regime di Kiev, con il sostegno diretto dei servizi speciali stranieri, ha intrapreso la strada dei metodi terroristici, praticamente del terrorismo di Stato. Si tratta di atti di sabotaggio contro strutture civili, infrastrutture di trasporto ed energetiche, attacchi terroristici contro civili, funzionari governativi e personaggi pubblici“. Putin conclude dichiarando che i tentativi di destabilizzazione “dovrebbero essere duramente repressi“.

Il ricorso dell’imprenditore e politico russo Roman Abramovich è stato respinto dalla corte di Giustizia dell’Unione europea, che ha confermato le misure adottate. Per il tribunale europeo “il Consiglio non ha infatti commesso un errore di valutazione decidendo di inserire e mantenere il nome del sig. Abramovich negli elenchi in questione, alla luce del suo ruolo nel gruppo Evraz e, in particolare, nella sua società madre“.

di: Flavia DELL’ERTOLE

FOTO: EPA/MAXIM SHIPENKOV