La Russia torna a proporre un negoziato “senza condizioni” all’Occidente
Yevgeny Prigozhin, fondatore del gruppo mercenario Wagner, ha affermato che Mosca deve stabilire obiettivi chiari nella sua campagna: stabilire con fermezza la propria presenza nell’Ucraina orientale o spingersi avanti per catturare una parte maggiore del Paese.
“Prendere Bakhmut – sostiene Prigozhin – è necessario affinché le nostre truppe possano operare. Perché lo chiamano tritacarne? Perché l’esercito ucraino sta inviando sempre più unità”. L’intervista continua con quella che sembra un’ammissione di disagio: “probabilmente è troppo presto per dire che siamo vicini. Ci sono molte strade in uscita e meno strade in entrata. Le truppe ucraine sono ben addestrate e come ogni grande città è impossibile catturarla frontalmente. Stiamo gestendo molto bene. Prima dobbiamo prendere Bakhmut e poi possiamo dire forte e chiaro che l’abbiamo presa”.
L’intervista arriva in un momento di attrito tra lo Stato maggiore russo e i mercenari di Prigozhin. Giovedì il capo della Wagner aveva annunciato di aver “completamente smesso” di reclutare detenuti per combattere in Ucraina. Una mossa necessaria dopo che il dicastero della Difesa, che secondo gli 007 britannici ha ormai schierato tutti i riservisti, aveva espresso parecchi malumori per queste “invasioni di competenze”.
Ma il dirigente dei mercenari Wagner non è l’unico a lamentare insufficiente preparazione sul fronte ucraino. Anche alcuni blogger militari russi hanno criticato i comandanti dell’esercito di Mosca a seguito di un fallito attacco alla città ucraina di Vuhledar. Lo riferisce l’Institute for the Study of War (Isw) in un report.
Zelensky: “risultati significativi”
Durante il consueto discorso serale il presidente ucraino ha parlato di “risultati significativi” per quanto riguarda la protezione dell’Ucraina da coloro che hanno lavorato per russi nel Paese. «Il servizio di sicurezza dell’Ucraina, l’ufficio investigativo statale e l’ufficio del procuratore generale hanno ottenuto risultati significativi nella protezione del nostro Paese da coloro che hanno lavorato per lo Stato aggressore – spiega Zelensky. – Voglio ringraziare tutti i lavoratori del nostro settore della difesa e della sicurezza e tutti i funzionari delle forze dell’ordine che hanno a cuore lo stato, che lo rafforzano».
Soddisfazione di Mosca: “fermate le armi occidentali”
Lo Stato maggiore della Federazione Russa ha annunciato che il massiccio attacco dell’esercito di ieri ha bloccato il rifornimento su ferrovia di armi e munizioni straniere all’Ucraina nelle zone di combattimento. Il portavoce del ministero della Difesa russo Igor Konashenkov, citato da Tass, ha affermato: «ieri le Forze Armate russe hanno sferrato un massiccio attacco a strutture critiche del sistema energetico che garantiscono le operazioni dell’industria della difesa e dei trasporti ucraini».
«Gli obiettivi – ha confermato – sono stati raggiunti. È stato bloccato il dispiegamento di armi, hardware e truppe su ferrovia».
Negoziati senza condizioni
La Russia sarebbe pronta per i negoziati con l’Ucraina, ma «senza precondizioni, sulla base della realtà esistente». Lo ha detto il viceministro degli Esteri della Federazione Russa Sergei Vershinin in un’intervista al canale televisivo Zvezda, rilanciata dall’agenzia Tass. Il vice ministro sottolinea che questa disponibilità è «solo per negoziati senza precondizioni, negoziati basati sulla realtà esistente, negoziati che tengano conto di quegli obiettivi, che sono stati annunciati pubblicamente da noi».
Il Cremlino torna inoltre ad ammiccare a Stati Uniti e Unione Europea, cercando di estromettere dalla discussione Kiev. Ricordando infatti i negoziati di Minsk e di Istanbul, il diplomatico russo sottolinea che se questi sono stati interrotti dalla parte ucraina, «la decisione non è presa a Kiev, la decisione è presa a altre capitali, in primis a Washington, a Bruxelles, quindi bisogna fare domanda lì».
Che notizie dal fronte?
Intanto le forze russe hanno attaccato con droni la notte scorsa tre infrastrutture energetiche nella regione di Dnipropetrovsk, nell’Ucraina centrale. Lo ha reso noto su Telegram il capo dell’amministrazione militare regionale, Serhiy Lysak, come riporta Ukrainska Pravada. Si contano ingenti danni materiali, ma per fortuna non ci sono morti e feriti.
“La notte – scrive Lysak sul social – nella regione di Dnipropetrovsk è trascorsa con allarmi e attacchi di droni nemici. Hanno mirato alla nostra infrastruttura critica. Gli Shahed hanno colpito due impianti energetici nel distretto di Kryvorizka e uno nel distretto di Nikopol. A Kryvorizky, lo stesso obiettivo è stato attaccato due volte”.
Nel consueto bollettino Kiev ha inoltre fatto sapere che sono circa 136.880 i soldati russi uccisi in Ucraina dall’inizio dell’invasione, inclusi i 1.140 nella giornata di ieri. L’esercito ucraino afferma di aver distrutto anche 3.267carri armati russi, 2.270 sistemi di artiglieria, 6.474 veicoli blindati da combattimento, 18 navi, 463 sistemi missilistici a lancio multiplo e 234 sistemi di difesa antiaerea.
Sarebbe però in corso un’offensiva russa, di nuovo contro l’Isola dei Serpenti divenuta celebre dopo il “Russi andate a farvi f…e” dei militari resistenti ucraini. Non solo: la città Kherson risulta colpita più di 60 volte nelle ultime 24 ore. Feriti tre civili.
Lukashenko va a Teheran
Il presidente bielorusso e alleato chiave di Putin Alexander Lukashenko ha in programma di visitare presto Teheran. Lo ha riferito oggi il suo servizio stampa, scrive l’agenzia russa Tass.
«Spero di visitare presto Teheran per discutere le questioni urgenti dell’agenda bilaterale, regionale e internazionale», ha detto Lukashenko inviando un messaggio al suo omologo iraniano Ebrahim Raisi nel 44esimo anniversario della vittoria della Rivoluzione islamica. L’Iran, che è fornitore dei droni Shahed impiegati da Mosca sul fronte ucraino, «è stato un attore importante nella regione e a livello globale, poiché ha mostrato una rapida crescita economica e sociale nelle complicate circostanze odierne» afferma Lukashenko. «La Bielorussia è sempre rimasta vicina all’Iran, fedele all’amicizia e al dialogo paritario, e si è impegnata a dare attuazione agli accordi raggiunti» ha precisato il leader bielorusso.
Medvedev : “l’Europa scomparirà”
Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza della Federazione russa, Dmitri Medvedev, ha profetizzato la “totale scomparsa” dell’Europa in “modo deplorevole”. Il tweet è una reazione all’annuncio di Zelensky, che ha assicurato che “dopo la vittoria, entro due anni, l’Ucraina sarà parte dell’Unione Europea”.
“Trasmissioni in diretta, prime pagine di giornali, fotografie con i capi europei, mentre centinaia di ucraini mobilitati muoiono ogni giorno, spinti con la forza a proteggere gli interessi della cricca nazista al potere”, ha scritto l’ex presidente russi sul suo canale Telegram.
“La vecchia civiltà europea si sta già dissolvendo sotto l’assalto dei migranti che arrivano da tutto il mondo. E presto scomparirà completamente, ripetendo il noto mito sul ratto dell’Europa da parte di Zeus – aggiunge Medvedev, per poi citare il mito greco di Europa-. Solo che oggi il ruolo del toro viene interpretato dall’arrogante America al cui servizio, con la bocca aperta dalla lussuria, ci sono i Paesi traditori degli interessi europei come la Polonia e i Baltici”.
Giornalista russa dissidente è ora a Parigi
Marina Ovsyannikova, la giornalista russa che nel marzo del 2022 aveva protestato contro l’invasione dell’Ucraina mostrando un cartello durante una trasmissione in diretta del canale televisivo Russia 1, ora vive in Francia. Venerdì ha raccontato la sua fuga in una conferenza stampa a Parigi organizzata con Reporter senza frontiere.
di: Caterina MAGGI
FOTO: EPA/ANATOLY MALTSEV