La Nazionale italiana di nuoto paralimpico conquista 52 medaglie ai Mondiali di Manchester 2023: una prova di grande coraggio nel rincorrere una vittoria così importante
Ancora Italia. Sempre immensa e sorprendente. È la terza volta consecutiva, dopo Madeira 2022 e Londra 2019, che gli azzurri del nuoto paralimpico conquistano il Campionato del mondo. Questa volta, la Nazionale straccia la concorrenza al Manchester Aquatics Center, dove si sono disputate le gare dal 31 luglio al 6 agosto 2023 per la qualifica alle Paralimpiadi di Parigi 2024. Gli atleti italiani, 22 convocati, hanno portato a casa un bel “gruzzoletto” composto da 52 medaglie totali di cui 26 ori, 15 argenti e 11 bronzi.
«Un’impresa leggendaria. Numeri da capogiro che fanno guardare sempre più al nuoto paralimpico azzurro come un modello da seguire. Voglio fare i miei complimenti a tutte le atlete e gli atleti che hanno partecipato alla spedizione e ringraziarli uno per uno per le emozioni che ci hanno regalato. Sono profondamente orgoglioso di questo gruppo che è in grado, oltre le vittorie, di esprimere grandi valori e messaggi di speranza e umanità», ha detto Luca Pancalli, uno dei più forti nuotatori paralimpici italiani di sempre e adesso presidente del Comitato Italiano Paralimpico.
Il trionfo italiano è stato ancora più spettacolare se si pensa alle assenze rilevanti come quella di Giulia Terzi ed Efrem Morelli (paralimpici Tokyo 2020) e ai notevoli avversari: gli ucraini, con 41 atleti, gli inglesi, in 29, e infine la potentissima squadra cinese composta da 25 nuotatori. Tra i più premiati, nella categoria maschile, Simone Barlaam, che ha portato a casa 6 medaglie d’oro stabilendo il record del mondo nei 50 metri stile libero, e Stefano Raimondi che ha mostrato la sua potenza vincendo ben cinque ori e due argenti. I due sono arrivati in vetta al medagliere classificandosi Barlaam primo e Raimondi secondo. Nella fascia femminile, invece, a stupire sono state Carlotta Gilli e Monica Boggioni. La prima si è guadagnata quattro ori (nei 100 metri e nei 400 metri stile libero, nei 100 metri farfalla e nei 200 metri misti) e due argenti (nei 50 metri stile libero e nei 100 metri dorso); la seconda è salita in cima al podio per tre volte (nei 100 metri e nei 200 metri stile libero e anche nei 50 metri rana).
Da non dimenticare poi, anche se minori in quantità, le strabilianti performance degli altri componenti della squadra. Antonio Fantin, vincitore dell’oro nei 50 e nei 100 metri stile libero, ha stabilito su tutte e due le distanze un nuovo record del mondo. Alberto Omodeo si è appropriato di due primi posti: nei 400 metri stile libero e nei 100 metri farfalla. Xenia Francesca Palazzo e Federico Bicelli, primi posti nei 400 metri stile libero femminile e maschile. Giulia Ghiretti, oro nei 100 metri rana e Francesco Bocciardo, campione mondiale dei 200 metri stile libero. Una pioggia di medaglie che ha fatto emozionare lo staff e gli italiani a casa.
Il nuoto è una delle discipline presenti fin dalla prima edizione dei Giochi Paralimpici, ovvero quelli che vennero disputati a Roma nel 1960. Considerato, ad oggi, il secondo sport per numero di atleti alle Paralimpiadi, include campioni che hanno problemi fisici, psichici o mentali. Come nel nuoto olimpico ci sono cinque categorie: lo stile libero, la rana, la farfalla, il dorso, il misto. Oltre alla suddivisione per età e sesso, c’è anche quella per classi, presente in tutte le discipline paralimpiche ed essenziale affinché le gare vengano disputate in maniera equilibrata stabilendo i gradi di disabilità. Si parte dall’1 e si arriva al 10, dove 1 è la forma più grave. I numeri sono affiancati da prefissi: la S indica la categoria di stile libero, farfalla e dorso, SB la rana e SM il misto. La categoria 11 è poi dedicata alle persone cieche e la 14 a persone con difficoltà mentali.
Simone Barlaam, Stefano Raimondi, Carlotta Gilli, Monica Boggioni, Alberto Omodeo, Antonio Fantin, Francesca Xenia Palazzo, Federico Bicelli, Giulia Ghiretti, e Francesco Bocciardo sono soltanto alcuni dei campioni italiani del nuoto paralimpico dei nostri giorni. Sono ragazzi e ragazze amati moltissimo da chi segue lo sport. Appena però le luci della ribalta si spengono, tornano a vivere la routine quotidiana segnata dalle difficoltà e dalle necessità che pesano sulle loro spalle. Quante volte chiediamo ad altri di fare qualcosa al posto nostro? Molte più di quanto pensiamo e la maggior parte delle volte avviene per pigrizia e non per un bisogno reale. Dentro alla vasca i nuotatori paralimpici si mostrano senza timore in tutta la debolezza del loro corpo perché sanno quanto quel fisico, anche se “speciale”, vale. Una volta però usciti da quel mondo che ha il profumo del cloro, torna la sofferenza del non essere autosufficienti. E forse è anche per questo che hanno provato, riuscendoci, a trasformare la loro passione in lavoro provando ad essere un esempio per le numerose persone che vivono le stesse difficoltà.
Questi atleti sono degli eroi. Insegnano a chi li osserva che nella vita ci vuole coraggio: il coraggio di fare affidamento sulle proprie capacità e di guardare avanti invece di rimpiangere quello che si è perso o quello che non si ha mai avuto. L’audacia di non restare agganciato alla magnificenza del passato, ai ricordi persi. Il coraggio di continuare ad avere il sorriso sul volto nei momenti più duri quando la rabbia e il dolore sembrano prendere il sopravvento facendo nascere la fatidica domanda «perché proprio a me?». I campioni paralimpici sono un grande esempio di reazione audace e costruttiva di fronte alle disgrazie.
«La vita è per sua natura imprevedibile, ma non dobbiamo smettere di pianificarla. Non saprò mai cosa mi sarebbe successo se non avessi iniziato a nuotare, se non avessi avuto la malattia. Dal punto di vista umano, uno dei traguardi migliori è stato quello di imparare a guardare sempre a un obiettivo. Per me il passato è quel mattoncino che noi mettiamo sotto i piedi e che nei momenti di gioia ci tiene ancorati per terra, mentre nei momenti in cui tutto va male ci dà quella spinta per ripartire e per trovare qualcosa di nuovo»,ha detto Antonio Fantin, plurimedagliato alle Paralimpiadi di Tokyo 2020.
La Nazionale di nuoto paralimpica ha coronato un grande sogno e adesso, proiettata verso Parigi 2024, è a caccia di nuovi successi. Lo sport insegna che la perseveranza è la chiave per essere ripagati, sempre.