G7

I leader non riconoscono l’ingresso nella Federazione russa delle repubbliche di Donetsk e Luganks, delle Regioni di Zaporizhzhia e Kherson

A un anno dall’inizio della guerra in Ucraina, i leader mondiali si stingono intorno a Kiev e discutono modalità e strategie per arrivare alla pace.

Il G7 ha chiesto il ritiro immediato della Russia.

«La Russia ha iniziato questa guerra e la Russia può porre fine al conflitto – si legge nella dichiarazione finale – Chiediamo alla Russia di fermare la sua aggressione in corso e di ritirare immediatamente, completamente e incondizionatamente le sue truppe dall’intero territorio dell’Ucraina riconosciuto a livello internazionale».

Le 7 potenze mondiali non riconosceranno mai come russe le Regioni occupate.

«Il G7 non riconoscerà  mai l’ingresso delle repubbliche di Donetsk e Lugansk e delle regioni di Zaporozhye e Kherson nella Federazione Russa, come nel caso della Crimea e di Sebastopoli» si legge nel comunicato congiunto dei 7 Paesi.

I leader hanno, inoltre, espresso rammarico per la decisione di Mosca di sospendere la partecipazione del trattato anti-nucleare New Start.

«Ci rammarichiamo profondamente per la decisione della Russia di sospendere l’attuazione del nuovo trattato Start – si legge nel comunicato finale – Ribadiamo che la retorica nucleare irresponsabile della Russia è inaccettabile e qualsiasi uso di armi chimiche, biologiche o nucleari da parte della Russia avrebbe gravi conseguenze».

Meloni: “contrastare la narrazione di Putin”

Durante il G7 la premier Giorgia Meloni ha affermato la necessità di mantenere alta la pressione sulla Russia e contrastare la narrazione di Putin. Sarebbe questo il contenuto dell’intervento di Meloni al summit virtuale, al quale ha partecipato anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Nel suo discorso, stando a quanto riferito da AdnKronos, la presidente del Consiglio avrebbe sottolineato che “l’approvazione della risoluzione all’assemblea delle Nazioni Unite pur decretando l’isolamento della Russia, ci ha ricordato che occorre intensificare i contatti con quei Paesi che si sono ancora astenuti”.

di: Francesca LASI

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