Il presidente turco uscente si ferma al 49,24% dei voti: testa a testa con Kılıçdaroğlu il 28 maggio
Il prossimo presidente della Turchia si deciderà al ballottaggio il prossimo 28 maggio. Dalle urne, aperte ieri domenica 14 maggio, infatti, non è uscito un vincitore (deciso dal 50% più uno): l’uscente Recep Tayyip Erdoğan, infatti, si è fermato al 49,24% mentre il suo sfidante principale, Kemal Kılıçdaroğlu, ha ottenuto il 45,06%.
Proprio quest’ultimo, che dopo 20 anni ha fatto tremare il potere indiscusso di Erdogan, promette di vincere al secondo turno: «se la nostra nazione dice secondo turno, vinceremo assolutamente il secondo turno. Questa volontà di cambiamento nella società è superiore al 50%», ha dichiarato ai giornalisti.
Dal canto suo il “Sultano”, ammettendo di essersi aspettato una vittoria al primo turno, ha sottolineato di essere in vantaggio di 2,6 milioni di voti: «nel corso della nostra vita politica, senza eccezioni, abbiamo sempre rispettato la decisione della volontà nazionale. La rispettiamo anche in queste elezioni e la rispetteremo nelle prossime», ha detto dalla sede del partito ad Ankara.
Discreti, rispetto al panorama europeo, i dati sull’affluenza che arriva all’88,29% per le presidenziali e l’85,26% per le parlamentari, come riporta la radiotelevisione statale turca Trt. Sul fronte del rinnovo del Parlamento, Erdogan ha ottenuto la maggioranza: con l’85% dei voti scrutinati, infatti, la coalizione a suo favore composta dall’Akp e dai nazionalisti dell’Mhp, ha ottenuto 320 seggi su 600. Secondo i dati forniti dall’agenzia Anadolu, infatti, l’Akp conquista 268 seggi, confermandosi il partito più votato con il 36% dei consensi, mentre l’Mhp ne conquista 52 con il 10,5%. Per quanto riguarda l’opposizione, la principale forza, il Partito repubblicano del popolo (Chp), è al 24,7% per 168 seggi. Tra i suoi alleati, il Buon Partito (Iyi Party) è al 10% per 46 seggi, il Partito della Sinistra Verde è a 9,7% per 59 seggi mentre il Partito del Welfare ne conquista cinque e altri due.
Nel frattempo l’Unione europea guarda con molto interesse al ballottaggio, in gioco, infatti, ci sono la questione della migrazione e il controllo delle frontiere. Un’eventuale sconfitta di Erdogan, infatti, potrebbe portare alla riapertura di un dialogo con Ankara per l’adesione della Turchia nell’Ue e lo sblocco dell’impasse sull’ingresso della Svezia nella Nato.
Altri dossier, invece, interessano gli Stati Uniti: oltre l’adesione della Svezia nella Nato, infatti, Washington ritiene che Ankara abbia favorito esportazioni illecite alla Russia, di molti beni, inclusi i chip per computer, come riporta il New York Times.
La tornata elettorale turca è stata commentata dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen: «penso che la massiccia affluenza alle urne in queste elezioni sia davvero una buona notizia. È una buona notizia perché è un segno molto chiaro che il popolo turco è impegnato a esercitare i propri diritti democratici di andare a votare e che apprezza l’istituzione democratica».
di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA/EPA/Necati Savas