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La Grecia replica accusando il presidente turco di “atteggiamenti nordcoreani”

Nessun segno di distensione all’orizzonte fra Ankara e Atene. Dopo il rifiuto della Grecia che ha respinto le richieste turche sulla demilitarizzazione delle isole dell’Egeo, è lo stesso il presidente Erdogan a prendere la parola, arrivando a minacciare la controparte.

In un discorso pronunciato a Samsun nel Nord della Turchia, Erdogan ha fatto sapere che “nuovi missili balistici Tayfun sono in produzione“, missili capaci di raggiungere Atene “se non mantiene la calma” e colpirla a “561 chilometri di distanza in 7 minuti e mezzo“.

«Possiamo scendere all’improvviso una notte, quando sarà il momento» rincara ancora la dose il presidente turco. «È inaccettabile e universalmente condannabile che da un Paese alleato, membro della Nato, arrivino minacce di un attacco missilistico contro la Grecia» risponde prontamente il ministro degli Esteri greco Nikos Dendias, che parla di “atteggiamenti nordcoreani all’interno dell’Alleanza Atlantica“.

A far scoppiare la rivalità sono state delle recenti esercitazioni militari compiute dalla Grecia nel Mediterraneo orientale, ad appena 84 km dalla costa turca. Ankara, allarmata anche dal sospetto che le armi utilizzate siano state fornite dagli Stati Uniti, aveva avvisato la Grecia che “se semini vento raccogli tempesta“.

È così che torna all’attualità l’annosa questione su Cipro, che cavalca anche il disaccordo fra i due Paesi sulla ripartizione dei confini continentali, marittimi e aerei; divisioni che ricalcano una ben più strategica battaglia per i diritti di sfruttamento delle risorse di idrocarburi nell’Egeo e al largo di Cipro.

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/HOW HWEE YOUNG