Michel sottolinea il sostegno dell’Unione mentre Erdogan riapre i negoziati tra Kiev e Mosca
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è intervenuto in videocollegamento al Consiglio europeo in atto a Bruxelles. «I prossimi 6 mesi saranno decisivi sotto molti aspetti in questa aggressione che ha lanciato la Russia – ha esordito. – Un’aggressione contro l’Ucraina e contro ognuno di voi, perché l’obiettivo finale della Russia è molto oltre il nostro confine e la sovranità ucraina. I prossimi sei mesi richiederanno da parte nostra sforzi ancora maggiori rispetto a questo passato».
«Il terrore energetico della Russia deve essere sconfitto in tutte le sue forme. Vi esorto a continuare a fare tutto il possibile per sostenere l’approvvigionamento energetico degli ucraini. Vi invito a mantenere il sostegno difensivo, che non dovrebbe essere inferiore a quello degli ultimi 6 mesi. Abbiamo bisogno di armi più moderne, più rifornimenti», ha poi aggiunto.
Zelensky ha poi lanciato una richiesta sulle necessità energetiche del Paese: «abbiamo bisogno di sostegno per l’acquisto del volume di gas utilizzato per compensare i danni causati dagli attacchi russi al nostro sistema energetico: si tratta di circa due miliardi di metri cubi di gas. Abbiamo anche bisogno di sostegno per l’elettricità dell’Ucraina, con forniture dall’Ue. Così come possiamo aiutarvi, esportando elettricità, quando riprenderemo la nostra produzione, abbiamo bisogno del vostro aiuto ora per superare l’inverno. Si tratta della fornitura di elettricità per un valore di circa ottocento milioni di euro».
Il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, ha poi scritto su Twitter: «ho ringraziato il presidente Zelensky per aver aggiornato il Consiglio Europeo sugli ultimi sviluppi in Ucraina. Gli attacchi missilistici della Russia contro i civili e le infrastrutture civili sono un crimine di guerra e devono cessare. L’Ue è unita nel sostenere l’Ucraina fino a quando sarà necessario. Il Presidente Zelensky ha anche illustrato il suo piano di pace: l’Ue è pronta a sostenere l’iniziativa dell’Ucraina».
Stando a quanto riporta il settimanale The Economist, secondo i vertici di Kiev, tra cui Zelensky e i suoi generali, Mosca starebbe ammassando truppe e armi per una nuova grande offensiva invernale in Ucraina. Un attacco su vasta scala dal Donbass, da sud o anche dalla Bielorussia potrebbe essere sferrato già a gennaio o al massimo in primavera. Le truppe di Mosca potrebbero lanciarsi poi in un secondo tentativo di conquista di Kiev.
H&M lancia Russia e Bielorussia
Il colosso del fast fashion H&M ha fatto sapere di aver concluso il ritiro da Russia e Bielorussia. Lo riporta il Guardian. «Le operazioni del gruppo H&M in Russia e Bielorussia sono state chiuse durante il trimestre, con lo stock rimanente venduto e gli ultimi negozi chiusi il 30 novembre», si legge nella nota.
Dopo aver interrotto le vendite in Russia a marzo dopo l’invasione dell’Ucraina, H&M ha annunciato a luglio che si sarebbe ritirata dalla Russia al costo di 2,1 miliardi di corone svedesi, pari a circa 193 milioni di euro.
Patriot sì o no?
L’ambasciata russa a Washington risponde alle indiscrezioni della stampa su una presunta consegna di missili Patriot a Kiev dagli Usa. «Se fosse confermato, assisteremo ad un altro passo dell’amministrazione (Biden, ndr) che può portare a conseguenze imprevedibili. La strategia di Washington causa un enorme danno non solo alle relazioni russo-americane ma crea anche ulteriori rischi per la sicurezza globale», si legge in una nota, citata dalla Cnn.
Duro colpo all’economia ucraina
Intanto il Washington Post alza le stime sui fondi necessari al sostentamento dell’Ucraina. L’economia ucraina, già provata dal conflitto, negli ultimi due mesi avrebbe subito un ulteriore duro colpo, al punto che potrebbero non essere sufficienti i 55 miliardi di dollari ritenuti necessari il prossimo anno, ma si dovranno aggiungere altri due miliardi di dollari per coprire le necessità base.
Come ricorda il quotidiano, l’inflazione ha già raggiunto il 20% e le previsioni mostrano una possibile contrazione dell’economia di fino al 5% il prossimo anno, in più rispetto al 33% già calcolato per l’anno in corso dopo l’invasione da parte di Mosca.
Erdogan il mediatore
«La strada per la pace può essere spianata se viene data un’opportunità alla diplomazia»: così intanto il presidente turco Erdogan riprende le fila dei negoziati, saldo nella sua posizione di mediatore nel conflitto in corso in Ucraina. Lo “abbiamo visto con l’accordo sul grano e con lo scambio di prigionieri“, aggiunge il leader che ha precisato di continuare a tenersi in contatto sia con Kiev sia con Mosca. «Continuiamo i nostri colloqui con Putin e Zelensky in questa direzione – assicura Erdogan. – Si spera di raggiungere prima un cessate il fuoco e poi una pace duratura nella nostra regione».
Zakharova punta il dito
Voci dal tono ben diverso si sollevano nel frattempo da Mosca: la portavoce del Ministero degli Esteri Maria Zakharova torna ad accusare Washington di essere entrata “di fatto” nel conflitto in Ucraina: «non potrà sottrarsi al coinvolgimento nel terrore scatenato dal regime di Kiev contro la popolazione civile della Russia e sollevarsi dalla responsabilità per la morte e la distruzione causate dalle armi americane» afferma riportata da Ria Novosti. Ricordando una serie di attacchi ucraini a obiettivi e città russe, come quello avvenuto oggi a Kursk, Zacharova ribadisce che “tali azioni del regime di Kiev sono condotte con l’approvazione degli Stati Uniti, che sono direttamente coinvolti nella guida dell’artiglieria e dei sistemi missilistici“.
Zacharova punta il dito anche contro la recente visita del vicesegretario generale Onu per gli Affari umanitari Martin Griffiths a Kherson, appena riconquistata dalle forze ucraine. Una visita “provocatoria e inammissibile” dato che proprio in questa città “i cittadini hanno votato durante un referendum per l’adesione alla Federazione Russa e sono stati accettati“. La città nel frattempo non trova pace: oggi, per la seconda volta in due giorni, i russi hanno bombardato Kherson colpendo a 100 metri dall’edificio dell’Amministrazione statale regionale e uccidendo due persone.
Distensione fra Mosca e il Vaticano
Intanto arrivano segnali distensivi nella querelle esplosa fra Cremlino e Vaticano. Oggi Mosca avrebbe ricevuto una “dichiarazione ufficiale” in cui il Vaticano si “scusa per le dichiarazioni di Papa Francesco contro ceceni e buriati“. L’incidente è stato decretato “chiuso” positivamente: «questa situazione mostra che dietro gli appelli al dialogo del Vaticano c’è la capacità di condurre questo dialogo e di ascoltare gli interlocutori – ha dichiarato Zacharova. – Non vediamo l’ora di continuare un’interazione costruttiva con il Vaticano».
Diplomatici esclusi dal Natale italiano
La Farnesina ha deciso di escludere gli ambasciatori in Italia della Federazione russa e della Bielorussia all’incontro di domani al Quirinale tra il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il Corpo diplomatico accreditato nel nostro Paese, per il tradizionale scambio degli auguri natalizi. La decisione è condivisa da altri Paesi europei.
Guerra sul campo
Sono sempre più frequenti le incursioni ucraine sul territorio russo: ieri sera un drone ha colpito una base aerea russa a Kursk, nell’ovest del Paese. A riferire la notizia è stato lo stesso consigliere del presidente ucraino Anton Gerashchenko, secondo cui si sono state due esplosioni. Il governatore russo della regione Roman Starovoit ha comunque fatto sapere che la difesa aerea ha impedito che ci fossero vittime o danni.
Proprio la difesa aerea è l’obiettivo di breve termine di Zelensky che sta puntando tutto sul rafforzamento dei sistemi di protezione. A tal proposito il presidente ha riferito di “importanti progressi” fatti nell’ultima settimana, con “maggiori possibilità operative” rispetto a missili e droni lanciati dalla Russia.
di: Marianna MANCINI
aggiornamenti di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA/EPA/SERGEY DOLZHENKO