Banca mondiale: “con questo caldo rischio 21 milioni di morti al 2050”
Alla Cop28 a Dubai, appuntamento delle Nazioni Unite sulla crisi climatica a cui stanno partecipando oltre 70 mila partecipanti e i delegati di 199 stati, sono diventate un caso le parole di Sultan Al Jaber, il presidente della delegazione organizzatrice dell’evento, il quale si è espresso contro l’eliminazione dei combustibili fossili, uno degli obiettivi del summit, commentando la soluzione come “un ritorno al tempo delle caverne”.
«Nessuna scienza dimostra che un’uscita dai combustibili fossili é necessaria per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi centigradi sopra i livelli pre-industriali. Seguire quella strada non permetterebbe di perseguire uno sviluppo sostenibile, a meno che qualcuno non voglia riportare il mondo indietro all’era delle caverne», ha detto Al Jaber.
«Affermazioni assolutamente preoccupanti e sull’orlo del negazionismo climatico», ha replicato il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres.
La replica di Jaber
L’audio in cui Jaber si esprime in questi termini è stato registrato e diffuso dal Climate Reporting, un consorzio di giornalisti investigativi, durante una sessione dei lavori.
Le parole non hanno fatto che alimentare i dubbi preesistenti sulla figura di Jaber, accusato da più parti di conflitto di interessi essendo anche il presidente della compagnia petrolifera statale degli Emirati Arabi Adnoc.
Jaber ha poi tentato di spegnere il fuoco assicurando di “rispettare le raccomandazioni della scienza sul cambiamento climatico“.
«Sono ingegnere – ha dichiarato, – ho rispetto nella scienza, sono un economista e combino la passione per la scienza e il business. La scienza è al centro del mio progresso nella carriera. Rispetto numeri e dati. C’è confusione e cattive interpretazioni. Aiutatemi a chiarire questi concetti».
Banca mondiale: dal caldo estremo rischio 21 milioni di morti al 2050
Il surriscaldamento delle temperature potrebbe uccidere entro la metà del secolo almeno 21 milioni di persone: è questo l’allarme che ha lanciato la Banca Mondiale alla Cop 28, nel giorno in cui si discute di clima e salute.
In un rapporto sono elencati i cinque principali fattori di rischio per la salute legati ai cambiamenti climatici: il caldo eccessivo, il blocco della crescita, la diarrea, la malaria e la dengue.
Per salvare la vita di milioni di persone, dunque “richiede azioni immediate per rafforzare il sistema sanitario, in particolare quello dei Paesi più vulnerabili ai cambiamenti climatici nell’Africa subsahariana e nel sud dell’Asia”.
La Banca mondiale stima anche che entro il 2030 l’impatto del climate change sulla salute porterà altre 44 milioni di persone nella condizione di estrema povertà.
di: Alice GEMMA
FOTO: EPA/MARTIN DIVISEK