Dalle acque reflue di una conceria, l’esperienza per dare nuova vita alla risorsa più preziosa

Nasce tutto da un’intuizione, dalla capacità di osservazione di una filiera che portarono Roberto Lupo, il fondatore di Deltacque Srl, ad anticipare le problematiche ambientali a cui l’industria della pelle (e non solo) avrebbe dovuto porre rimedio, dopo la promulgazione della Legge Merli del 1976. Parliamo di questa realtà dalla visione moderna, oggi come allora, insieme al Sales Manager, il dottor Stefano Spagli.

Come nasce la vostra realtà?

«Deltacque srl nasce dall’esperienza personale del suo fondatore, Roberto Lupo, che negli anni ‘70 ha dapprima lavorato come tecnico nell’industria conciaria, e poi negli anni ‘80, forte dell’esperienza maturata, si è dedicato ai trattamenti dei reflui industriali, soprattutto di questo settore. Il forte sviluppo industriale di concerie per l’abbigliamento che ha interessato la provincia di Pisa circa 40 anni fa, infatti, richiedeva delle tecniche per la depurazione dei reflui: parliamo degli scarti di 450 aziende che ancora oggi producono pellame, una grande quantità d’acqua da depurare. Roberto Lupo cominciò così ad affiancare i conciatori per risolvere le problematiche ambientali dell’industria. E da lì è nata l’esperienza che oggi Deltacque srl esporta in tutto il mondo da 40 anni, pur mantenendo solide radici qui, a Santa Croce sull’Arno».

Cosa vi rende unici in questo panorama?

«Noi siamo specializzati soprattutto nella depurazione di reflui conciari, la conceria è uno dei settori dal più alto impatto ambientale. L’esperienza che abbiamo maturato in questo campo ci ha permesso di esportare il nostro know how in altri campi, più semplici dal punto di vista della depurazione dell’acqua, come possono essere quello della macellazione della carne, l’industria vinicola o tessile. Il nostro lavoro è da una parte dedicato alle esigenze del cliente, dall’altro rivolto a quelle dell’ambiente (ecosostenibilità dei prodotti, basso impatto ambientale, riutilizzo delle materie prime scaricate). La caratteristica che più ci distingue è il carattere sartoriale della nostra azienda, con cui siamo in grado di “cucire” su misura l’impianto di depurazione sulle esigenze del cliente. Facciamo impianti di depurazione flessibili, anche piccoli, da un metro cubo al giorno, fino a scarichi da cinquemila metri cubi al giorno di acqua reflua. Abbiamo un’elevata flessibilità che altri competitor non hanno, perché richiede un’impostazione aziendale molto efficiente».

Come sarà la Deltacque srl del futuro?

«Dal punto di vista tecnologico l’azienda si sta orientando verso l’industria 4.0 sviluppando un sistema di automazioni che permetta i controlli di efficienza e sicurezza degli impianti di depurazione anche da remoto, con una figura di manager dell’impianto che ne controlli l’andamento generale. In questo modo l’impianto diventerà un sistema integrato nell’azienda stessa, con un notevole risparmio economico e di risorse umane. Dal punto di vista di mercato, invece, ultimamente abbiamo instaurato una joint venture IWTech con alcuni produttori di macchinari per la depurazione (tutti partner italiani) con cui ci affacceremo a mercati più lontani ma dalle potenzialità elevate: Cuba, Brasile, Perù, Ecuador, Cile, Colombia e altri Paesi dell’America Latina. Lì prevediamo di portare avanti progetti e di ricevere richieste anche nell’ambito degli scarichi civili e di aziende parastatali, oltre che dalle aree industriali».

Nel corso di questi anni Deltacque srl si è già distinta fuori dai confini, lavorando in diversi impianti in Nord e Centro America, ma anche in Asia e Africa con un totale di 230 impianti distribuiti in tutti i cinque continenti e operanti in diversi settori. Un’esperienza preziosa, con cui l’azienda può servire sia l’azienda russa che si trova a 30 gradi sotto lo zero fino al deserto che tocca oltre i 40 gradi tutto l’anno, mantenendo sempre le performance migliori e la capacità di risolvere problemi di qualsiasi natura e taglia in ogni parte del mondo.