I supremi giudici si esprimeranno sul ricorso presentato dal legale dell’anarchico
Occhi puntati sulla Cassazione: è attesa per oggi l’ultima parola su Alfredo Cospito, con i giudici chiamati ad esaminare il ricorso avanzato dalla difesa dell’anarchico contro il rigetto del reclamo del Tribunale di Sorveglianza sul 41 bis. La seduta è stata anticipata due volte dalla Cassazione, sotto la pressione dello sciopero della fame che ha già fatto perdere 45 km a Cospito. In vista di tale pronuncia, il detenuto ha ripreso anche ad assumere integratori.
Tre le strade: la Cassazione può accogliere il ricorso e dunque sancire l’annullamento del provvedimento della Sorveglianza che impone il 41bis per quattro anni a Cospito, respingere in toto l’istanza oppure seguire la richiesta del procuratore generale Pietro Gaeta, il quale ha chiesto una nuova valutazione degli atti da parte del Tribunale.
Gaeta ha infatti evidenziato che nella motivazione dell’ordinanza impugnata emerge una “carenza di fattualità in ordine ai momenti di collegamento con l’associazione, che lascia sopravvivere la stigmatizzazione difensiva secondo cui la condizione interclusiva speciale fosse giustificata solo dalla necessità di contenimento dell’estremismo ideologico“. Una veridica necessaria che non può “essere desumibile interamente ed unicamente né dal ruolo apicale di Cospito nell’ambito dell’associazione di appartenenza, né dall’essere egli divenuto ‘punto di riferimento’ dell’anarchismo in ragione dei suoi scritti e delle condanne riportate“.
Lo scorso 9 febbraio il ministro della Giustizia Nordio aveva respinto l’istanza della difesa sul 41 bis, accogliendo il parere della Procura generale di Torino. Di diverso avviso la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo che riteneva invece plausibile la soluzione del carcere ad alta sicurezza.
Nel frattempo le intimidazioni degli anarchici non si arrestano. Proseguono anche le indagini per identificare gli autori dello striscione apparso sull’Altare della Patria a Roma con la scritta “l’Italia tortura. Con Alfredo no al 41 bis“.
In attesa della pronuncia della Cassazione, un gruppo di anarchici si è radunato in un presidio in piazza Cavour, davanti alla sede del Palazzaccio. Esposti diversi striscioni: «il carcere uccide» e «lo Stato democratico con il 41 bis tortura». Le forze dell’ordine presidiano la zona e le scale d’accesso alla sede di Giustizia da questa mattina.
Dal sit-in non mancano minacce: «se Alfredo muore, ve la faremo pagare» è uno dei passaggi del discorso tenuto dagli anarchici in attesa della pronuncia della Cassazione.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/ANGELO CARCONI