Mossad, Cia e premier Qatar a confronto per la ripresa dei negoziati

Mentre il Consiglio di sicurezza è a caccia di una nuova mediazione contro il tempo, a Gaza gli attacchi aerei aggiornano di minuto in minuto il bilancio delle vittime.

Secondo Reuters, è già sul tavolo dell’Onu una risoluzione per chiedere a Israele e Hamas di consentire l’accesso degli aiuti a Gaza via terra, mare e vie aeree. Oltre ad una “cessazione urgente e sostenibile delle ostilità“, la risoluzione prevede anche il monitoraggio delle UN sull’assistenza umanitaria fornita. Al momento sarebbero più blandi gli Stati Uniti, indecisi su uno stop totale ai combattimenti che potrebbe favorire Hamas in questo momento.

Nel frattempo l’esercito israeliano ha acconsentito a pause tattiche per scopi umanitari nel campo di Rafah, dalle 10 alle 14 (dalle 9 alle 13 ora italiana).

La leadership di Hamas intanto si sarebbe riunita in Turchia, scelta come Paese relativamente sicuro, per definire i prossimi obiettivi militari e politici. Alla riunione avrebbero partecipato anche l’ex numero uno Khaled Mashal e Saleh al-Arouri, vicepresidente dell’Ufficio politico. A Varsavia invece il capo del Mossad, David Barnea, ha incontrato il direttore della Cia William J. Burns e il primo ministro del Qatar Sheikh Mohammed Al Thani. Secondo quanto riporta Haaretz, citando Reuters, i tre hanno discusso della possibilità di rinnovare i negoziati per il rilascio degli ostaggi in mano ad Hamas.

Intanto, in visita in Israele, il segretario alla Difesa americano Lloyd Austin ha assicurato che “l’impegno dell’America nei confronti di Israele è forte. Continueremo a fornire a Israele l’equipaggiamento necessario affinché possa difendere il Paese“.

Hacker filo-israeliani contro le stazioni di benzina in Iran

Proseguono parallelamente le ostilità fra Israele ed Iran. Questa mattina un’interruzione ha bloccato la vendita di benzina in diverse stazioni di servizio nella capitale Teheran. Le ragioni dell’incidente non sono ancora state chiarite, ma l’attacco informatico è stato rivendicato da un gruppo di hacker già noto come filo-israeliano.

Il gruppo, noto come “Gonjeshke Darande”, rivendica disagi alla “maggior parte delle pompe di benzina in tutto l’Iran“, in risposta alla “aggressione della Repubblica islamica e dei suoi alleati nella regione“.

Le vittime di oggi

Alle vittime in Cisgiordania si aggiungono tre palestinesi, fra cui un minorenne, rimasti uccisi in scontri con l’esercito israeliano nel villaggio di Tubas, a nord di Nablus.

Hamas parla di “50 martiri negli attacchi dell’occupazione contro le case a Jabalia“. Il conteggio delle vittime nella Striscia da domenica, dunque, dalle a 110 persone.

L’ultimo rapporto di Human Rights Watch accusa Israele di aver “privato la popolazione di Gaza di cibo e acqua, una politica incoraggiata o approvata da funzionari israeliani di alto rango e che riflette l’intento di affamare i civili come metodo di guerra“.

Alle accuse di HRW si uniscono quelle di Medici senza frontiere, secondo cui il sistema idrico di Gaza non funziona più ed è “completamente collassato“. Le persone, racconta l’ong, “sono spinte al limite, devono lottare per la loro sopravvivenza” e “hanno al massimo un litro d’acqua al giorno, per bere, lavarsi e cucinare“. La carenza di acqua in molte zone si sovrappone a quella di combustibili ed elettricità.

Secondo i dati annunciati dal ministero della Sanità di Gaza il numero delle vittime dal 7 ottobre è di 19.453 persone, mentre i feriti sono 52.286.

Tajani: reazione di Israele sia proporzionata

Intervenendo sul conflitto dalla 16esima Conferenza delle Ambasciatrici e degli Ambasciatori d’Italia nel mondo alla Farnesina, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ribadisce che l’Italia ha “condannato con fermezza l’attacco di Hamas contro vittime inermi che ha ricordato la brutalità nazista dell’Olocausto, ma noi vogliamo anche che la reazione di Israele sia proporzionata, che risparmi la popolazione civile“.

di: Marianna MANCINI

FOTO: EPA/MOHAMMED SABER