I 66 passeggeri erano diretti verso la Capitale a bordo di un autobus precipitato da una scogliera. Scappavano dalla Colombia
Si è concluso con (per ora) 39 vittime il viaggio di 66 migranti. L’autobus su cui stavano viaggiando, secondo quanto raccontano i testimoni, si è capovolto mentre cercava di superare un tratto di giungla al confine con la Colombia. Molti di loro, privi di documenti, sono morti nello schianto e devono essere ancora identificati. Al momento si contano 20 feriti.
L’autobus avrebbe impattato un minibus a 400 chilometri dalla Capitale Panama City, finendo fuori strada. Secondo le prime ricostruzioni l’autista dell’autobus avrebbe prima superato l’ingresso di un centro di accoglienza per migranti e poi, accortosi dell’errore, avrebbe cercato di tornare indietro per riprendere l’autostrada. È durante questa manovra che il bus si sarebbe scontrato con un altro veicolo, per poi precipitare in un dirupo.
Non è il primo caso di un mezzo che trasporta migranti coinvolto in un incidente. Le persone coinvolte avevano appena attraversato il Darien Gap (un tratto inospitale della giungla al confine con la Colombia). Il loro viaggio sarebbe dovuto proseguire verso la capitale di Panama, quindi verso il Centro America e il Messico. Ultima tappa, gli Stati Uniti.
Con i suoi cinquemila chilometri quadrati di impervia giungla tropicale, il Darien Gap è noto come una delle rotte dei trafficanti di migranti più pericolosa al mondo. È una zona anche nota come “terra di nessuno”, sia per la pericolosità delle sue strade e dei suoi percorsi sia per la presenza di violenti gruppi criminali che agiscono indisturbati.
Allo stesso tempo, la foresta è uno dei principiali snodi per i migranti essendo anche l’unico percorso via terra che collega il Centro e il Sud America.
di: Caterina MAGGI
aggiornamento di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/EPA/MAURICO DUENAS CASTANEDA