Da sempre la disciplina in cui l’Italia è fuoriclasse: un rapporto costituito da successi e medaglie olimpiche
Una partita di scacchi giocata ad alta intensità, questa è la scherma. La differenza è che non si è seduti e che a muoversi veloci sono i piedi, non le dita. È un’arte antica con alle spalle una lunga tradizione che ha coinvolto da vicino gli italiani, oggi alla guida del medagliere Olimpico.
Il record di vittorie tricolore vede in cima all’albo d’oro Edoardo Mangiarotti, paladino della spada deceduto nel 2012, e Valentina Vezzali, regina del fioretto che ha concluso la carriera nel 2016 dopo i Mondiali di Rio. Parlando di campioni azzurri, il nostro Paese è tornato, dopo 12 lunghi anni, ad essere il luogo di incontro per gli schermidori internazionali grazie ai Campionati Mondiali Seniores di Scherma che si sono svolti dal 22 al 30 luglio scorso nella città di Milano. Un’edizione particolarmente significativa in quanto essenziale per la qualificazione alle Olimpiadi di Parigi 2024. Alla competizione, tenutasi all’Allianz MiCo in un’area di 25mila metri quadrati, hanno partecipato 1.500 atleti provenienti da 165 Paesi che si sono sfidati utilizzando le tre diverse armi: il fioretto, la spada e la sciabola.
«Il Mondiale di qualifica olimpica in casa rappresenta una grande occasione che le nostre Nazionali, reduci lo scorso anno da un Europeo da record ad Antalya e da un Mondiale con ben 8 medaglie di cui due d’oro al Cairo, vorranno sfruttare al massimo. Oltre al dato meramente agonistico, c’è l’enorme significato che un evento del genere porta con sé, per la promozione del nostro sport e per l’opportunità di veicolarne il fascino e diffonderne i valori». Così aveva spiegato Paolo Azzi, Presidente della Federazione Italiana Scherma, prima dell’inizio della competizione. In effetti gli azzurri hanno colto la palla al balzo per mostrare le loro qualità salendo per ben 10 volte sul podio grazie a successi sia di squadra che individuali e portando a casa quattro ori, quattro argenti e due bronzi. La medaglia d’oro è arrivata per Alice Volpi, campionessa olimpica italiana, e per Tommaso Marini, entrambi specialisti nel fioretto individuale. E poi lo spettacolo memorabile offerto dalla squadra di spada maschile (che mancava da 30 anni) e da quella di fioretto femminile che si sono guadagnate il primo posto. Medaglia d’argento al collo per Alberta Santuccio e Davide Di Veroli, specialisti nella spada individuale, per Arianna Errigo, esperta nel fioretto individuale, ed infine per la squadra di spada femminile. Sul terzo gradino del podio sono saliti Mara Navarria nella spada individuale e Martina Favaretto nel fioretto individuale. Grande rammarico invece per la squadra di fioretto maschile che è stata eliminata ai quarti facendo svanire la possibilità di arrivare a quota 11 medaglie e pareggiare i record di Catania 2011 e Cairo 1949. L’emozione delle vittorie ha travolto Stefano Cerioni, ex schermidore e oggi CT della nazionale italiana di fioretto, che ha commentato la vittoria di squadra femminile: «una vittoria importante perché valeva per la qualificazione alle Olimpiadi. Era importante vincere per mantenere il numero uno del ranking ed è venuta fuori la squadra nella sua completezza, tutte hanno dato il loro. La pressione c’è sempre: io do tutto dal di fuori, le ragazze devono sentire che c’è uno in più in squadra. Devono crederci tutti come ci credo io».
Non deve stupire il fatto che la scherma sia lo sport in cui gli italiani vincono più medaglie. Risalgono all’Antico Egitto (1190 a.C.) le prime testimonianze di combattimenti con spada ma la disciplina ha iniziato ad evolversi come vera e propria attività sportiva soltanto tra il XIV e il XV secolo in due Paesi: tra questi l’Italia. La sua notorietà è aumentata tre secoli dopo grazie all’introduzione del fioretto (arma accademica dalla punta appiattita), della maschera metallica in rete e anche all’aggiunta di diverse regole volte a controllare l’area del bersaglio. La prima sfida ufficiale, il Grand Military Tournament and Assault at Arms, si è tenuta a Londra nel 1880. La scherma è però arrivata per la prima volta ai Giochi Olimpici nel 1896: stiamo parlando dei primi giochi dell’era moderna, ovvero quelli svoltisi ad Atene. Le primissime medaglie italiane se le aggiudicarono i maestri Antonio Conte e Italo Santelli che portarono a casa oro e argento nella sciabola ai Giochi di Parigi 1900. La sua presenza ai Giochi è stata qualcosa di straordinario, infatti a differenza degli altri sport era consentita l’esistenza di gare separate tra amatori e maestri. Adesso è invece una delle cinque discipline che fanno parte della manifestazione fin dall’edizione “pilota”.
Da questo Mondiale il tricolore esce brillando dinanzi a una disciplina che richiede il massimo sforzo fisico ma soprattutto mentale. “La pazienza è la virtù dei forti” diceva Catone, ma lo sostiene anche il regolamento della scherma: chi mantiene la calma e rispetta lo sfidante vince sempre anche di fronte ad una sconfitta.
FOTO: ANSA/MOURAD BALTI TOUATI