Spagna e Portogallo hanno subito un imponente blackout. Tra timori di attacchi hacker e sabotaggi, sembra però trattarsi di un guasto tecnico
Lunedì 28 aprile Spagna, Portogallo, Andorra e alcune zone della Francia a partire dalle 12:33 hanno registrato un imponente blackout che ha provocato ore di disagi e di mancanza di energia elettrica. Le cause non sono ancora state chiarite, il primo ministro spagnolo Sánchez ha dichiarato che “nessuna ipotesi è stata esclusa, e ogni possibile causa sta venendo esaminata”.
Secondo quanto riporta El Pais a seguito del blackout, per motivi di sicurezza, è stata interrotta la produzione e la fornitura di energia elettrica alla rete delle centrali nucleari spagnole. Le operazioni di ripristino sono scattate immediatamente, ma sono state necessarie diverse ore, alle 21:30 in Spagna era stata ripristinato il 35% della fornitura e circa il 50% un’ora più tardi, solo alle 6 del giorno successivo l’azienda pubblica spagnola Red Eléctrica ha annunciato di aver ripristinato il 99,2% dell’energia elettrica in Spagna, mentre in Portogallo alle 7 del 29 aprile sono stati raggiunti i livelli precedenti al blackout.

In Spagna, come detto intorno a mezzogiorno e mezzo, è stato rilevato un calo della produzione di energia elettrica drastico, in tutta la rete (in cinque secondi la potenza prodotta è diminuita di circa 15 gigawatt). Il calo di produzione ha quindi provocato una richiesta eccessiva al sistema elettrico europeo che arriva alla Spagna tramite la Francia, causando una disconnessione che ha provocato a sua volta il collasso di tutta la rete.
Le ipotesi
Dato che le cause non sono chiare, le ipotesi circolate nel corso della giornata sono state molte, la prima è stata quella dell’evento meteorologico. La Redes Energéticas Nacionais, azienda pubblica che gestisce la rete elettrica portoghese, ha prima parlato di un “raro fenomeno atmosferico” caratterizzato da un’oscillazione di temperature che avrebbe provocato i problemi al sistema di distribuzione dell’elettricità, ma in un secondo momento un portavoce della stessa REN ha messo in dubbio questa possibilità.
Un’altra ipotesi che ha circolato a lungo è stata quella di un attacco hacker. Già nel pomeriggio di lunedì la vicepresidente della Commissione Europea Teresa Ribera (spagnola, responsabile anche della transizione ecologica) ha precisato che “non c’è nulla che fa pensare a un atto di sabotaggio o a un attacco informatico” mentre il premier Sánchez è stato più cauto circa l’esclusione di questa possibilità.

Intervistato da El Paìs l’esperto di sicurezza informatica del King’s College di Londra Lukasz Olejnik ha spiegato: «attacchi informatici sulla rete elettrica sono possibili sia nella teoria sia nella pratica, perché le infrastrutture energetiche sono sistemi molto complessi e pieni di vulnerabilità». Olejnik ha precisato però che “coordinare un attacco ampio e sincronizzato di questo genere sarebbe estremamente difficile”.
Due gruppi di hacker hanno rivendicato l’attacco, senza però fornire prove, si tratta del gruppo filorusso NoName057 e del gruppo filopalestinese DarkStorm.
La terza ipotesi messa sul campo è stata quella del problema tecnico alla rete, probabilmente collassata per un sovraccarico. Una tesi sposata in primis dall’Agenzia dell’Unione europea per la cybersicurezza che ha sottolineato che “al momento le indagini sembrano indicare un guasto tecnico e di cavi”. Si sarebbe dunque potuto trattare di un problema a cascata e di così ampio raggio perché i sistemi di sicurezza che dovrebbero attivarsi in questi casi non avrebbero funzionato. Una situazione non dissimile, seppur in scala molto maggiore, da quella accaduta al trasporto ferroviario in Italia nell’ottobre dello scorso anno.

I disagi
Per tutta la giornata del 28 aprile i disagi nella penisola iberica sono stati imponenti. Le autorità locali hanno chiesto ai cittadini di non utilizzare le automobili dato il mancato funzionamento dei semafori e nelle grandi città il traffico è stato un grosso problema. Si sono fermate le industrie e nei negozi aperti era possibile pagare solo in contanti. Inoltre, sono stati cancellati centinaia di voli e anche il trasporto pubblico è stato bloccato. Numerose le persone rimaste intrappolate in metro o all’interno degli ascensori che sono riuscite a telefonare ai numeri di emergenza ed essere messe in salvo.
In serata il primo ministro Sánchez ha tenuto un breve un discorso alla Nazione: «il nostro sistema ospedaliero e sanitario funziona correttamente nonostante le difficoltà. Ci sono gruppi elettrogeni nelle strutture sanitarie che lavorano senza problemi e possono anche contare su una ampia autonomia. Inoltre stiamo fornendo servizi domiciliari a coloro che hanno particolari necessità. Il traffico portuale sta funzionando, il traffico aereo è stato parzialmente influenzato anche se abbiamo deciso di ridurlo parzialmente per garantire un funzionamento fluido e la sicurezza. Per quanto riguarda il traffico ferroviario sappiamo che è stato fermato per motivi di sicurezza, per i passeggeri in primo luogo e i tragitti di media e lunga distanza oggi non si potranno recuperare, ma stiamo cercando di lavorare per tutti i servizi regionali e locali».

Anche il presidente ucraino Zelensky ha offerto aiuto alla Spagna, scrivendo su X: «ho parlato con il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez della situazione di emergenza nel sistema energetico. Qualunque cosa accada, siamo sempre pronti ad aiutare e sostenere i nostri amici. Nel corso degli anni di guerra e degli attacchi russi al nostro sistema energetico, l’Ucraina ha acquisito una significativa esperienza nel superare qualsiasi sfida energetica, compresi i blackout. I nostri specialisti possono contribuire agli sforzi di recupero. Ho offerto tale assistenza alla Spagna. Ho incaricato il ministro dell’Energia ucraino di agire il più rapidamente possibile. I nostri esperti tecnici sono pronti ad assistervi».
di: Flavia DELL’ERTOLE
foto di copertina: ANSA/EPA/Jorge Zapata