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Seul nega la vendita di munizioni agli Usa destinate all’Ucraina mentre Londra rilascia il conteggio dei beni russi congelati nell’ambito delle sanzioni

La guerra “non finirà finché Putin non lascerà il Paese“. Ad affermarlo è il presidente degli Stati Uniti Joe Biden in un confronto con i giornalisti prima di salire sull’Air Force One che lo porterà alla Cop27 a Sharm el Sheikh.

Non si è fatta attendere la risposta del Cremlino: «l’operazione militare speciale in Ucraina può finire con il raggiungimento dei suoi obiettivi, o il raggiungimento degli obiettivi attraverso negoziati di pace, il che è possibile», ha dichiarato Peskov.

Il ruolo della Cina

Al presidente Usa è arrivata anche la risposta della Cina. Biden aveva infatti affermato di credere che Pechino stesse cercando di “mantenere un po’ le distanze” dalla Russia per le vicende legate alla guerra all’Ucraina. Ma il portavoce del ministero degli Esteri cinesi ha ribattuto che le relazioni tra Cina e Russia sono “solide” e che Pechino è pronta a “portarle avanti costantemente nella giusta direzione”.

Armi sì armi no

Seul nega la vendita di proiettili di artiglieria agli Stati Uniti destinati all’Ucraina. Smentendo quando rivelato da funzionari americani al Wall Street Journal, infatti, se l’accordo per l’acquisto di 100mila proiettili di artiglieria da 155 mm andrà a buon fine le munizioni saranno destinate solo alle forze americane.

Se le munizioni fossero davvero destinate a Kiev mostrerebbero le difficoltà di Washington di reperire armi per aiutare l’Ucraina nella guerra contro la Russia.

Beni congelati

Ammontano a un valore di 18,4 miliardi di sterline (21 miliardi di euro) i beni appartenenti a cittadini russi congelati da Londra nell’ambito delle sanzioni imposte a Mosca dopo l’attacco all’Ucraina. Lo riferisce il ministero del Tesoro britannico specificando che le sanzioni hanno colpito “1.200 persone e più di 120 entità con il congelamento di beni di 19 banche russe“.

Bollettino dal fronte

Intanto a Mykolaiv le forze russe avrebbero attaccato un edificio residenziale di cinque piani. Ci sono almeno 6 morti secondo quanto riferisce il sindaco della città Oleksandr Senkevich. Lo rende noto su Telegram il presidente ucraino Volodymyr Zelensky: «la cinica risposta dello Stato terrorista ai nostri successi al fronte. Un attacco a un edificio residenziale di cinque piani. Distrutto dal quinto al primo piano. Purtroppo ci sono morti e feriti. Sono in corso le operazioni di ricerca e soccorso».

Nella regione di Vinnytsia, 250 chilometri a ovest di Kiev, invece, sarebbero state bombardate le infrastrutture energetiche, stando a quanto riferisce il governatore dell’Oblast di Vinnytsia, Serhii Borzov. Non ci sarebbero vittime ma sul posto sono in atto le operazioni delle squadre di soccorso.

di: Alessia MALCAUS

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