Biden: “passi avanti verso pausa umanitaria a Gaza”
Ali Khamenei, guida suprema dell’Iran, ha incontrato il capo dell’ufficio politico di Hamas, Ismail Haniyeh, a Teheran insieme ad una delegazione.
“La politica permanente della Repubblica islamica dell’Iran è di sostenere le forze della resistenza palestinese contro i sionisti occupanti. I crimini del regime sionista a Gaza sono direttamente sostenuto dagli Usa e da alcuni governi occidentali”, ha scritto Khamenei su X.
Nel frattempo si stanno svolgendo colloqui segreti a guida degli Stati Uniti per garantire una pausa nei combattimenti: questo garantirebbe il rilascio dei rimanenti ostaggi americani. A dirlo è stato il vice consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jon Finer alla Cnn.
Netanyahu: “Nessun cessate il fuoco finché ci saranno ostaggi”
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato: «non ci sarà alcun cessate il fuoco finché gli ostaggi non verranno restituiti. Lo diciamo sia ai nostri nemici che ai nostri amici. Andremo avanti finché non li avremo sconfitti».
Poco prima il ministro della Difesa iraniano aveva detto: «gli Stati Uniti saranno colpiti duramente se non ci sarà un cessate il fuoco a Gaza». Lo comunica l’agenzia di stampa semi-ufficiale Tasnim sul suo account Telegram.
Peskov: “dialogo con Stati Uniti nullo, dobbiamo riprenderlo”
«Le relazioni tra Russia e Stati Uniti sono a zero. Sia noi che l’America abbiamo una responsabilità speciale per la stabilità mondiale e strategica, in un modo o nell’altro dovremo riprendere questa conversazione». A dirlo è stato Dmitry Peskov, portavoce del presidente russo Vladimir Putin, in un’intervista.
Parigi: “per Gaza serve una pausa umanitaria immediata”
Catherine Colonna, il ministro degli Esteri francese, ha chiesto una pausa umanitaria “immediata” nella guerra tra Israele e Hamas. «Una pausa umanitaria immediata, duratura e osservata è assolutamente necessaria e deve poter portare a un cessate il fuoco», ha dichiarato Colonna ai giornalisti durante una visita in Qatar.
Incontro tra Blinken e Abu Mazen in Cisgiordania
Durante l’incontro a Ramallah, in Cisgiordania, il segretario di Stato Antony Blinken ha detto al presidente palestinese Abu Mazen che gli abitanti della Striscia di Gaza non devono essere “sfollati con la forza” chiedendo di mettere un freno alla “violenza estremista” contro i palestinesi in Cisgiordania.
Abu Mazen ha chiesto “la sospensione immediata della guerra devastante e l’accelerazione della fornitura di aiuti umanitari, compresi medicinali, cibo, acqua, elettricità e carburante, a Gaza”. «Ci incontriamo di nuovo in circostanze estremamete difficili, e non ci sono parole per descrivere la guerra di genocidio e distruzione a cui è sottoposto il nostro popolo palestinese a Gaza per mano della macchina da guerra israeliana, senza riguardo alle regole di diritto internazionale», ha aggiunto.
«Come possiamo rimanere in silenzio sull’uccisione di 10mila palestinesi, tra cui 4mila bambini, decine di migliaia di feriti e la distruzione di decine di migliaia di case, infrastrutture, ospedali, centri di accoglienza e serbatoi d’acqua».
Ministro parla di bomba atomica su Gaza e poi ritratta: sospeso da Netanyahu
Benjamin Netanyahu, presidente d’Israele, ha sospeso per sempre dalle riunioni del gabinetto di governo, il ministro Amihai Eliyahu, che nel corso di un’intervista aveva definito “un’opzione” l’uso della bomba atomica sulla Striscia di Gaza. Il ministro, appartenente al partito di estrema destra Otzma Yehudit, si è giustificato dichiarando di aver voluto far uso di “una metafora”.
“Dichiarazioni barbare e razziste che giungono da un ministro fascista”. È quello che ha sottolineato il ministero degli Esteri dell’Autorità nazionale palestinese, secondo l’agenzia di stampa Wafa, commentando ciò che è stato detto dal ministro Eliyahu.
Biden: “passi avanti verso pausa umanitaria a Gaza”
Il presidente americano Joe Biden ha comunciato che ci sono progressi nel raggiungimento di una pausa umanitaria riguardo la guerra a Gaza. Il suo segretario di stato, Antony Blinken, ha lavorato sulla stessa questione, continuando la sua opera diplomatica nella regione del Medio Oriente.
Allarme Onu: “quasi 1,5 milioni di sfollati a Gaza”
L’Ufficio dell’Onu ha comunica che sono quasi 1,5 milioni le persone che a Gaza sono state sfollate dalle proprie abitazioni. Di questi, circa 710.275 hanno avuto rifugio in 149 strutture delle Nazioni Unite, 122mila persone si trovano in ospedali, chiese ed edifici pubblici, mentre 109.755 persone si sono rifugiate in 89 scuol, gli altri sono in famiglie ospitanti.
di: Alice GEMMA
FOTO: EPA/SUPREME LEADER OFFICE