Il leader di Forza Italia annuncia un rinnovamento nel Partito “senza rottamare nessuno” e ammicca a Renzi
Appena il tempo di lasciare il San Raffaele, dove è stato ricoverato per 45 giorni a causa di un’infezione polmonare, che Silvio Berlusconi si è concesso ancora ai microfoni. È al Corriere della Sera che il leader di Forza Italia ha rilasciato la sua prima intervista dopo essere stato dimesso dall’ospedale dove è stato costretto a causa di una leucemia mielomonocitica cronica. «È stata dura, ora rinnoverò il partito» è il suo messaggio,
«Ho percepito anche questa volta l’amicizia e l’affetto sincero, a tratti addirittura commovente, di molte persone» racconta Berlusconi, che promette di non voler “rottamare nessuno” ma ricorda anche che la “storia di Forza Italia è quella di un continuo rinnovamento, dal 1994 ad oggi. Forza Italia è nata, oltre che per impedire ai comunisti di impadronirsi del governo della Nazione, anche per rinnovare profondamente la politica. Ma perché il rinnovamento sia credibile dobbiamo prima di tutto rinnovare noi stessi“.
«Con il Pd sempre più spostato a sinistra e il tramonto del cosiddetto Terzo polo, lo spazio al centro si allarga e FI lo presidia con coerenza» prosegue il Cavaliere, che sembra aprire anche a Matteo Renzi: «spesso dice cose giuste – ammette – ma fino a quando non ne trarrà le conseguenze politiche, scegliendo la nostra metà campo, non si potrà andare al di là di occasionali convergenze in Parlamento».
Quanto agli alleati, i rapporti nella maggioranza sono “assolutamente eccellenti“, con Meloni e Salvini che “mi sono stati vicini in queste settimane come dei veri amici, a riprova del fatto che il rapporto fra noi non è solo politico, ma è fatto anche di un profondo legame personale“.
«Questo non toglie, ovviamente, che Forza Italia abbia un suo ruolo specifico – prosegue, notando che con la fine del Terzo Polo “morto prima ancora di nascere“, lo spazio al centro – si allarga e Forza Italia lo presidia con coerenza, perché siamo gli unici davvero liberali, cristiani, garantisti, europeisti, atlantisti».
di: Marianna MANCINI