Il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha respinto le richieste della difesa, che annuncia il ricorso in Cassazione
Nulla da fare per Renato Vallanzasca: il Tribunale di Sorveglianza di Milano ha respinto la richiesta dei suoi avvocati di differimento pena in una struttura sanitaria. L’ex capo della mala meneghina, 73 anni di cui già 50 da detenuto, continuerà a scontare la sua pena in cella.
I giudici avrebbero riconosciuto il decadimento cognitivo e il lento ma progressivo aggravamento del quadro clinico di Vallanzasca, come dimostrato da una consulenza della difesa. Tuttavia il Tribunale ha ritenuto che il 73enne possa essere curato anche in carcere con trattamenti di tipo conservativo e farmacologico.
La difesa ha annunciato il ricorso in Cassazione: «negare non solo la detenzione domiciliare ma anche la perizia mi sembra del tutto ingiustificato e disumano – ha dichiarato l’avvocato di Vallanzasca Corrado Limentani commentando la decisione del Tribunale – in quanto si impedisce a una persona, in carcere da 50 anni e chiaramente non pericolosa, che con tutta evidenza sta male e continua a peggiorare, di potersi curare o almeno di rallentare l’aggravamento della propria patologia».
di: Marianna MANCINI
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