RENATO VALLANZASCA

Secondo il sostituto pg Saracino le condizioni dell’ex boss della Comasina non sono incompatibili con la detenzione, al contrario di quanto sostiene la difesa

La Procura generale di Milano si oppone al differimento della pena chiesto dalla difesa di Renato Vallanzasca, sostenendo che le sue condizioni mediche non sarebbero incompatibili con il carcere.

Questo quando avvenuto stamani all’udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza, alla presenza dello stesso Vallanzasca, che ha analizzato la richiesta degli avvocati Corrado Limentani e Paolo Muzzi. Questi hanno già depositato la documentazione medica con cui chiedono che il loro assistito venga destinato alla detenzione domiciliare in una struttura adatta e chiedono ai giudici che venga effettuata una perizia medico legale. I documenti depositati sono relativi a una consulenza medico legale firmata da due neurologi, tra cui il professore Stefano Zago, per dimostrare che Vallanzasca soffre di un decadimento cognitivo da almeno quattro anni.

Secondo il sostituto pg di Milano Maria Saracino non esisterebbero strutture adeguate dove collocare l’esponente della malavita milanese degli anni 70 e 80, già detenuto da oltre 50 anni. La corte, formata dal presidente D’Elia, dal relatore Rossi e da due esperti, si è riservato e deciderà nei prossimi giorni.

Si attende altresì nei prossimi giorni la decisione del Tribunale milanese su una richiesta della Procura di applicare altri 6 mesi di isolamento diurno all’ex boss della Comasina. Sugli atti la Procura indica il “fine pena mai”.

di: Alessia MALCAUS

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