COMMEMORAZIONE UNO BIANCA

I familiari delle vittime della banda hanno presentato un esposto con cui chiedono la riapertura delle indagini

Nei mesi scorsi legali dei familiari delle vittime della Uno Bianca hanno presentato un esposto alla Procura di Bologna con cui chiedono di riaprire le indagini per identificare mandanti e complici della banda, che tra il 1987 e il 1994 commise 103 crimini (soprattutto rapine a mano armata) tra Emilia-Romagna e Marche, uccidendo 24 persone e ferendone 114.

Nell’esposto si fa riferimento anche alla strage di Ustica: viene, infatti, chiamato in causa Roberto Savi, ex poliziotto condannato all’ergastolo, uno dei capi della banda. Stando a quanto riferito Pietro Gugliotta, un altro ex poliziotto componente della banda, in alcune dichiarazioni del 1995 avrebbe nominato Savi, rivelando alcune confidenze che gli sarebberos tate fatte da quest’ultimo.

Mentre i due viaggiavano in auto tra Toscana e Liguria, Savi, riferendosi al disastro aereo, avrebbe indicato a Gugliotta un luogo dove l’aereo francese Mirage avrebbe sganciato un serbatoio. La presenza di aerei francesi nella zona, però, fu rivelata dall’ex presidente Francesco Cossiga nel 2008: le dichiarazioni portarono alla riapertura dell’inchiesta da parte della Procura di Roma.

I familiari delle vittime della banda della Uno bianca sono assistiti dagli avvocati Alessandro Gamberini e Luca Moser.

Secondo l’esposto, Savi avrebbe avuto a disposizione informazioni che dimostrerebbero i suoi rapporti con i servizi di sicurezza, come ha dichiarato all’Adnkronos l’avvocato Gamberini. «Il senso di questa vicenda è legato al fatto che Roberto Savi aveva rapporti con i servizi» ha affermato il legale.

di: Francesca LASI

FOTO: ANSA/GIORGIO BENVENUTI