La conferenza stampa di Amato sulle parole relative all’incidente aereo che nel 1980 causò la morte di 81 persone. Interviene Pietro Orlandi
All’inizio della prossima settimana un vertice in Procura a Roma tra il procuratore capo Francesco Lo Voi e i pm Michele Prestipino e Erminio Amelio per riepilogare le indagini che riguardano la strage di Ustica dopo le dichiarazioni di Giuliano Amato.
Nel corso del vertice si deciderà se convocare lo stesso Amato in qualità di persona informata dei fatti.
Amato sulla strage di Ustica: “non ho ritrattato niente”
Durante un incontro nella sede della Stampa estera Giuliano Amato ha approfondito le sue dichiarazioni sulla strage di Ustica, che hanno suscitato molto clamore nei giorni scorsi.
A proposito della strage del 27 giugno 1980, che costò la vita a 81 persone, in una intervista a La Repubblica Amato aveva dichiarato che “il DC-9 dell’Itavia è stato abbattuto da un missile francese” e che “era scattato un piano per colpire l’aereo sul quale volava Gheddafi, ma il leader libico sfuggì alla trappola perché avvertito da Craxi“. Poi, rivolgendosi alla Francia aveva affermato: «Adesso l’Eliseo può lavare l’onta che pesa su Parigi».
«Non ho detto a Macron di chiedere scusa, ma che sono scemo? Ho chiesto di occuparsi della cosa – ha dichiarato Amato – Non ho ritrattato niente. Nell’intervista non ho mai detto che stavo dando la verità su Ustica. Ho detto che portavo avanti l’ipotesi ritenuta più credibile tra quelle formulate, specificando che non avevo la verità da offrire ma il mio scopo era provocare se possibile un avvicinamento alla verità. Se Macron dimostra che è infondata bene, se no deve chiedere scusa».
«Ho trovato singolare che in questi giorni sia stato detto che la politica con Ustica non c’entra. La politica può ancora fare molto, se vuole, perché la vicenda di Ustica sia chiarita – ha proseguito – La ricerca di verità da parte delle associazioni delle vittime comincia a diventare irrealizzabile perché si muore: Purgatori se ne è appena andato, era una voce importantissima, altre che hanno vissuto la vicenda se ne possono andare, visto tutti gli anni passati. Chi ha guidato un aereo potrebbe dire ‘ero io alla cloche di un aereo che quella notte era tra gli altri a ronzare attorno al Dc9. Con l’intervista ho voluto lanciare una sfida, per arrivare alla verità su Ustica».
Il commento di Pietro Orlandi
«Giuliano Amato ha fatto ieri una dichiarazione importante, perché è un ex premier e partendo da Ustica e dalla strage di Bologna ha citato espressamente il caso di Emanuela Orlandi parlando di vicende in cui le verità sono ‘ancora incomplete – lo ha detto Pietro Orlandi, fratello della 15enne cittadina vaticana scomparsa nel nulla 40 anni fa, commentando le dichiarazioni di Amato – A questo punto credo non ci siano più dubbi sulla necessità di istituire la Commissione parlamentare sul caso Orlandi e penso che le parole di Amato rappresentino una spinta decisiva in questo senso».
L’ex presidente del Consiglio infatti ha anche parlato di “situazioni importanti rispetto alle quali abbiamo la percezione di una verità fasulla o incompiuta”. «Si pensi a Emanuela Orlandi. E’ impressionante: nonostante ora il pontefice abbia detto che dobbiamo arrivare (alla verità, ndr.), non sappiamo praticamente nulla. La pacificazione con la storia finisce per arrivare il giorno in cui questi misteri si disciolgono in una verità accertata e accettata ed è vero che, nella nostra storia, ne abbiamo di ancora incomplete».
di: Francesca LASI
FOTO: ANSA/RICCARDO ANTIMIANI