In Canada va in scena un G7 difficile dato lo scenario internazionale. Per Meloni la sfida è la mediazione
I leader mondiali si sono dati appuntamento a Kananaskis, in Canada, per il G7.
Il padrone di casa, il primo ministro canadese Mark Carney, si trova a dover gestire quello che l’edizione europea di Politico definisce non il G7 ma il “G6 contro Trump”. Nell’articolo si legge che “i leader occidentali vogliono fare pressione su Donald Trump affinché cessi la sua guerra economica contro di loro, in modo da poter (finalmente) cooperare su questioni urgenti come la Russia” e viene inoltre ricordato che “l’ultima volta che i leader del G7 si sono incontrati in Canada nel 2018, Trump se n’è andato in anticipo dopo essere stato messo sotto tiro per le sue tariffe del primo mandato. Stavolta le tensioni commerciali sono molto più gravi, eppure gli altri leader vorranno convincerlo a concentrarsi su altri problemi urgenti, come ad esempio come contrastare insieme la minaccia militare rappresentata dalla Russia”.

Che il clima non sia all’insegna dell’unità è stato dimostrato plasticamente dalla decisione di non produrre un comunicato congiunto al termine dei lavori. A causa delle visioni troppo distanti da quelle del presidente Trump su Medio Oriente, Ucraina, cambiamento climatico e aiuti allo sviluppo. La scelta è ricaduta su 7 dichiarazioni brevi che saranno diffuse a proposito dei temi centrali del G7: finanziamento dello sviluppo, Intelligenza artificiale, tecnologie quantistiche, contrasto agli incendi, minerali strategici, repressione transnazionale e lotta al traffico di migranti.
Secondo quanto diffuso dall’agenzia Reuters i leader hanno redatto una dichiarazione congiunta con la richiesta di distensione tra Israele e Iran. A non aver ancora firmato la bozza il presidente degli Stati Uniti, la Casa Bianca non ha risposto alle richieste di commento in merito. Nella bozza si chiede l’impegno a salvaguardare la stabilità dei mercati, compresi quelli energetici, e viene affermato il diritto di difendersi di Israele. Secondo diversi analisti proprio Giorgia Meloni potrebbe giocare un ruolo per trovare dei punti d’incontro con Trump, data la sua vicinanza con il presidente statunitense.

Dopo un rifiuto iniziale il presidente Trump ha firmato la dichiarazione che è stata pubblicata sul sito del vertice. I leader ribadiscono l’impegno “per la pace e la stabilità in Medio Oriente. In questo contesto, affermiamo che Israele ha il diritto di difendersi. Ribadiamo il nostro sostegno alla sicurezza di Israele. Affermiamo anche l’importanza della protezione dei civili. L’Iran è la principale fonte di instabilità e terrore nella regione. Abbiamo sempre affermato con chiarezza che l’Iran non deve mai ottenere un’arma nucleare. Esortiamo affinché la risoluzione della crisi iraniana porti a una più ampia de-escalation delle ostilità in Medio Oriente, compreso un cessate il fuoco a Gaza. Resteremo vigili rispetto alle implicazioni per i mercati energetici internazionali e pronti a coordinarci, anche con partner che condividono i nostri stessi valori, per tutelare la stabilità del mercato“.
I temi del summit sono numerosi, anche a causa della situazione internazionale. Tra lavori e bilaterali a margine i leader delle 7 potenze mondiali discutono del nuovo fronte aperto in Medio Oriente con l’attacco israeliano all’Iran, ma anche della guerra che perdura in Ucraina e, ovviamente, di politica economica e dazi. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha, a quanto si apprende, in programma un bilaterale il cancelliere tedesco Friedrich Merz e con il primo ministro britannico Keir Starmer, mentre il presidente statunitense Donald Trump dovrebbe averne uno con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Un incontro informale si sarebbe già tenuto tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il primo ministro britannico Keir Starmer e il primo ministro canadese, Mark Carney.
Le carte sono state sbaragliate (ancora un volta) dall’inquilino della Casa Bianca. Il presidente Trump ha infatti interrotto la missione anticipatamente “in modo da potersi occupare di molte questioni importanti” secondo quanto dichiarato dalla portavoce Karoline Leavitt che ha riferito il motivo del precipitoso rientro a Washington, “quanto sta accadendo in Medio Oriente“. A causa del rientro anticipato quindi è saltato l’incontro con il presidente ucraino.
Lo stesso Trump ha poi specificato che la sua decisione non abbia “nulla a che fare con un cessate il fuoco” tra Israele e Iran, contrariamente a quello dischiarato che Macron avrebbe “erroneamente affermato che ho lasciato il vertice per tornare a Washington e lavorare a un ‘cessate il fuoco’ tra Israele e Iran. Falso“. Secondo Trump il presidente francese “non ha idea del perché io sia ora in viaggio per Washington, ma di certo non ha nulla a che fare con un cessate il fuoco. È molto più grande di questo. Che lo voglia o no, Emmanuel non lo capisce mai“.
Poco prima di fare rientro negli States Trump ha avuto modo di confrontarsi con Giorgia Meloni. Palazzo Chigi ha riferito che “il colloquio ha permesso di discutere dei più recenti sviluppi in Iran, riaffermando l’opportunità di riaprire la strada del negoziato” e la presidente del Consiglio “ha anche ribadito la necessità, in questo momento, di lavorare per il raggiungimento di un cessate il fuoco a Gaza“.
Foto di copertina: EPA/TERESA SUAREZ