L’attenzione internazionale si concentra sulle parole di Sayyed Hassan Nasrallah
Il leader di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, ha parlato oggi in Libano in occasione della commemorazione “in onore dei martiri caduti sulla via di Gerusalemme“. L’attesa è molta dato che si tratta del primo intervento pubblico del capo di Hezbollah dallo scoppio della guerra. A Beirut sono diverse migliaia le persone che si stanno riversando in piazza per ascoltare le parole del leader, come mostrano le immagini della tv al Manar.
Hassan Nasrallah ha sostenuto che “la nostra battaglia è pienamente legittima, dal punto di vista legale e religioso, contro l’occupante sionista“. Il leader di Hezbollah ha ricordato i circa 60 combattenti morti dall’inizio della guerra contro Israele, aggiungendo che “il nostro dovere è dare tutto, credere in questa chiamata, siamo pronti al sacrificio, a dare tutto” e ha sottolineato che le vittime di Gaza “sono tutti martiri, si stanno muovendo verso un altro mondo enunciato dai profeti, ora sono lì dove non ci sono dittature e non ci sono sionisti“.
«Dall’8 ottobre la resistenza in Libano è coinvolta in una vera battaglia, diversa da tutte quelle del passato, diverse da quelle in cui è stato coinvolto il Libano, totalmente diversa e differente in termini di strumenti, armi, strategie e anche obiettivi» ha sostenuto Nasrallah, aggiungendo che l’attacco “sacro e grande” del 7 ottobre è stata frutto di “una decisione presa al 100% dai palestinesi. La decisione non è stata condivisa con altre fazioni della resistenza islamica. Loro hanno deciso ed eseguito” e sostenendo che sia stata “un’operazione coraggiosa, grande, molto molto importante. Non c’è guerra più giusta di quella“. Per il leader di Hezbollah l’attacco di Hamas ha mostrato “la debolezza, il cedimento e il fatto che in realtà” Israele sia “più fragile di una ragnatela“. Israele che ha chiesto “sostegno, supporto e protezione da parte degli americani” e “la velocità da parte americana nel sostenere gli israeliani” avrebbe dimostrato, secondo Nasrallah, “il fallimento dell’entità sionista“. Per il leader di Hezbollah poi le richieste di Israele “nuove armi, nuovi missili” agli Stati Uniti avrebbero dimostrato che “ha bisogno del sostegno americano, della mobilitazione europea solo per avere un supporto psicologico” e ha aggiunto che le “ripercussioni rimarranno qualsiasi siano le azioni portata avanti dal governo ostile” ribadendo che “quanto accaduto a Gaza è stato necessario per riproporre la questione palestinese come prima questione al mondo“.
Nasrallah ha poi assicurato che l’Iran “supporta e sostiene” il “movimento della resistenza in Libano e Palestina, ma non avanza raccomandazioni sui leader o sulle decisioni che vengono prese” e che “i sacrifici di Gaza hanno stabilito una nuova tappa storica nel destino del popolo palestinese e nel destino della regione e dei suoi popoli” aggiungendo che “uno degli errori più importanti del governo del nemico è quello di fissare obiettivi ambiziosi che non può raggiungere, come l’eliminazione di Hamas” ricordando come Israele “aveva già annunciato nel 2006 che il suo obiettivo era quello di eliminare Hezbollah, cosa che non è stata raggiunta“.
Nasrallah si è poi rivolto “a tutti i leader dei Paesi petroliferi arabi: non fornite più petrolio a Israele” e ha aggiunto che “non vi chiediamo di mandare i soldati, ma di avere il minimo di onore e di cessare di inviare petrolio a Israele“. Il leader ha poi sostenuto che l’attacco “sacro e grande” del 7 ottobre è stata frutto di “una decisione presa al 100% dai palestinesi. La decisione non è stata condivisa con altre fazioni della resistenza islamica. Loro hanno deciso ed eseguito“.
di: Flavia DELL’ERTOLE
FOTO: EPA/WAEL HAMZEH