Il paese conta il 17% del totale mondiale, ora si ricorre alla sterilizzazione

Suona come un paradosso, visto che i grandi felini si stanno estinguendo in quasi tutto il territorio africano; ma in Sudafrica invece le riserve hanno dato il via a sterilizzazioni di leoni e leonesse, perché i re e le regine della savana sono troppi. Mentre nel resto del mondo la popolazione leonina è in calo, con picchi al ribasso che sfiorano il 43%, in Sudafrica invece aumenta di anno in anno: sono, oggi, circa 3.500 esemplari di cui 700 vivono in piccole riserve.

I leoni sono organizzati in branchi che normalmente vanno da tre individui a una dozzina, ma che in casi eccezionali possono superare la trentina. Le aree di conservazione devono gestire con attenzione i propri branchi per evitare diversi problemi: tra questi la sovrappopolazione, con il rischio che manchino le risorse per sfamarli, ma anche la consanguineità. In circostanze normali infatti questo non accadrebbe perché i maschi dominanti sarebbero sostituiti da altri maschi più giovani e più forti. In questo modo la popolazione leonina si mantiene varia e costante. Ma nel sistema chiuso delle riserve questo meccanismo è saltato.

«Quando un maschio rivale sfida il maschio dominante e lo sconfigge– spiega l’esperto di fauna africana Gianni Bauce- assume il comando del branco e la prima cosa che fa è uccidere tutti i cuccioli sotto l’anno di età, talvolta scontrandosi violentemente con le madri che tentano di difenderli. È un istinto indotto per privilegiare la propagazione dei geni migliori. Il leone vincente risulta infatti il “campione” e, proprio perché ha prevalso sul maschio precedente, risulta migliore di lui e di conseguenza i suoi geni saranno migliori». Può sembrare un meccanismo crudele, ma si tratta di sopravvivenza della specie: «allevare la prole altrui, attendere lo svezzamento dei cuccioli di un altro padre e l’entrata ‘in calore’ delle femmine (che avverrà soltanto molto dopo lo svezzamento) implicherebbe un inutile dispendio di energie non contemplato dalla natura». Al contrario l’uccisione dei cuccioli fa entrare subito le leonesse in estro, e per il vincitore la platea di ‘donzelle’ che porteranno avanti la propria stirpe torna a numeri ottimali

Nelle grandi riserve, i leoni vagano per vaste aree di terreno che possono estendersi fino a 12.000 ettari. La natura fa il suo corso e solo il più forte sopravvive, questo equilibrio si autoregola secondo leggi che tengono gli ecosistemi in equilibrio. Ma poi è arrivato l’uomo. Ora l’unica soluzione per molte riserve è cercare di sterilizzare le femmine prima che giungano all’età dell’accoppiamento. Anche per evitare che i branchi, spinti a uno stile di vita più sedentario dalla mancanza di cibo, non diventino troppo stanziali, consumando prede e risorse ma soprattutto esponendosi al rischio di rapporti tra consanguinei. Proprietari e gestori delle piccole riserve sudafricane hanno creato il Lion Management Forum South Africa (Limf), che dal 2010 supervisiona circa 700 leoni presenti in 59 riserve private. Mentre nel resto del mondo i grandi felini stanno scomparendo, in Sudafrica il tasso di crescita è pari al 2% l’anno. «Se non intervenissimo, la popolazione aumenterebbe del 22% l’anno-spiega il presidente del Limf, Sam Ferreira-Ad alcuni questa crescita esponenziale sembrerebbe una bella notizia, ma il problema è che non avremmo spazio a sufficienza qui in Sudafrica per ospitare tutti questi leoni».

di: Caterina MAGGI

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