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Pechino: “divieto Usa persecuzione politica e xenofoba”

Sulla scia di quanto accaduto in svariati Paesi occidentali, anche in Francia scatta il ban per TikTok: l’app cinese non potrà più essere scaricata sui telefoni di servizio forniti al personale.

Il divieto, però, riguarda anche Netflix e Candy Crush, in generale le app “ricreative” che, secondo una nota del ministero della Funzione pubblica, “non hanno livelli sufficienti di cybersecurity e di protezione dei dati per essere utilizzate sulle dotazioni delle amministrazioni”.

Chew davanti al Congresso Usa

Il ceo di TikTok Shou Chew ha dichiarato durante l’audizione al Congresso degli Stati Uniti che la piattaforma raccoglie gli stessi dati di Facebook e Twitter.Durante la testimonianza, Chew è stato duramente attaccato sia dai Repubblicani, sia dai Democratici.

«Questi sono i dati frequentemente raccolti da numerose altre aziende» ha affermato il ceo rispondendo alla richiesta di un impegno a non raccogliere dati sulla salute o la localizzazione da parte del deputato Frank Pallone.

«Siamo impegnati a essere molto trasparenti con i nostri utenti su quello che raccogliamo. Non credo che raccogliamo di più della maggioranza degli attori dell’industria» ha dichiarato Chew, più volte interrotto dai parlamentari, sottolineando che la società non è una estensione del governo cinese che “non ha accesso ai dati, non ce li ha mai chiesti e che non abbiamo mai fornito”.

Il colloquio è durato oltre cinque ore. Chew ha sottolineato che “forzare la vendita di TikTok danneggerà gravemente la fiducia degli investitori di tutto il mondo, compresa la Cina, sugli investimenti negli Usa”, e ha dichiarato che TikTok sta spendendo 1,5 miliardi di dollari per creare il ‘firewall’ dei dati statunitensi, lasciando “i dati americani archiviati sul suolo americano da una società americana supervisionata da personale americano“. Un processo che, una volta ultimato, eliminerà la preoccupazione dei legislatori secondo cui alcuni dati degli utenti di TikTok potrebbero essere soggetti alla legge cinese.

«Agli americani che ci guardano oggi: Tik Tok è un’arma del Partito comunista cinese per spiarvi, manipolare quello che vedete e sfruttarvi per le generazioni future» ha affermato la parlamentare repubblicana Cathy McMorris Rodgers.

Dopo l’esposizione delle accuse rivolte al social dalla parlamentare repubblicana Kat Cammack, Chew ha chiesto di poterle rispondere, ma gli sarebbe stato risposto: «No, andiamo avanti».

La risposta di Pechino

La portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, ha commentato l’audizione dedicata alla sicurezza nazionale del Ceo di TikTok, Shou Zi Chew, al Congresso. «La Cina assicura che non ha mai chiesto e non chiederà mai ad alcuna azienda o individuo di raccogliere dati e informazioni in altri Stati con mezzi che violano le leggi locali. Finora il governo Usa non ha fornito prove per dimostrare che TikTok minacci la sicurezza nazionale, ma ha più volte presunto la colpa e soppresso senza ragione le società interessate» e ha poi aggiunto che un eventuale divieto Usa di TikTok sarebbe “una persecuzione politica e xenofoba”.

di: Francesca LASI

aggiornamenti: Micaela FERRARO

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