Il riformista Move Forward si attesta primo partito ma la sfida con la giunta golpista militare non sarà facile

La Thailandia sta per dire addio alla giunta militare: milioni di elettori hanno partecipato alle elezioni politiche portando alle urne un chiaro messaggio pro-democrazia. Per il Paese si prospetta un Governo di coalizione guidato dal partito di opposizione Move Forward, convalidato da oltre 13,5 milioni di voti. Con lui anche Pheu Thai, secondo partito di opposizione guidato dalla figlia dell’ex primo ministro in esilio Paetongtarn Shinawatra.

Il popolo ha quindi bocciato la guida del primo ministro Prayut Chan-O-Cha, salito al potere dopo il golpe nel 2014 e uscito vincitore dall’ultima tornata, quella del 2019. Il suo partito United Thai Nation (UTN) ha ottenuto 4,5 milioni di voti.

Ora l’ultima parola spetta ancora all’esercito che dovrà nominare 250 senatori; una procedura elettorale che nel 2019 portò all’esclusione del Puea Thai, nonostante si fosse confermato primo partito e che l’élite monarchica non mancherà di usare in suo favore. Questa volta però una prevaricazione dell’indicazione popolare, chiarissima, potrebbe avere delle conseguenze.

Il leader di Move Forward Pita Limjaroenrat intanto si è detto “pronto a diventare il prossimo Primo Ministro” formando una coalizione a 6 con Paetongtarn Shinawatra e per seguendo un programma molto vicino a quelle che erano le richieste delle proteste democratiche del 2020.

Gli analisti concordano nel ritenere che l’esercito al potere non si farà facilmente mettere da parte e si teorizza un Governo di coalizione ibrido in cui i partiti uscenti dovranno scendere a patti con alcuni esponenti del governo uscente, in primis l’ex generale Prawit.

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA / VINAI DITHAJOHN /