La struttura chiede di “spostare subito altrove” gli altri 6 che hanno ricevuto minacce
I 6 ragazzi che sono stati arrestati per lo stupro al Foro Italico di Palermo sono attualmente nel carcere Lorusso di Pagliarelli: ma hanno chiesto di lasciare il carcere dopo aver ricevuto delle minacce e la struttura stessa ha chiesto che vengano immediatamente spostati altrove.
Gli indagati, infatti, sono “invisi” agli altri detenuti, venuti tutti a conoscenza dei fatti dato “l’elevato clamore mediatico” della vicenda”, come specificato dalla direzione in una nota. Ma c’è anche il problema che i detenuti hanno il divieto d’incontro e la nota è specificato che questo crea “non poche difficoltà” visto che sono 6. “Alla luce di quanto sopra per prevenire possibili azioni destabilizzanti per l’ordine e la sicurezza si chiede con urgenza di valutare l’immediato allontanamento da questa sede degli stessi”.
È probabile che per questo motivo alcuni degli arrestati saranno spostati in altre carceri in Sicilia. Il settimo ragazzo coinvolto, che all’epoca della violenza era minorenne, era stato spostato in una comunità. dal magistrato grazie ad una “rivisitazione critica” del suo comportamento. La Procura per i minorenni ha poi presentato ricorso contro la scarcerazione che è stato accolto da un altro gip. Con l’avanzare delle indagini infatti si sono aggravate le esigenze cautelari a carico del minore che ora è tornato in carcere.
Intanto, le famiglie dei sette giovani hanno presentato denuncia contro ignoti per le minacce e gli insulti ricevuti sui social.
Ermal Meta a Meloni: “basta mattanza”
Ermal Meta interviene di nuovo nella vicenda dello stupro di Palermo e lancia un appello a Giorgia Meloni perchè ponga fine a “questa mattanza”: “non ho votato per lei, ma lei è la mia presidente, come lo è di tutte queste donne, e mi rivolgo a lei con il massimo rispetto, in quanto carica istituzionale, donna, madre e cristiana: non crede che sia giunto il momento di finire questa mattanza? Una società non può dirsi evoluta finché le donne avranno paura di camminare per strada da sole e di raccontare di essere state abusate per paura di non essere credute o addirittura ritenute colpevoli. È una cosa che mi tocca molto da vicino, l’ho raccontato nelle canzoni, consideratemi come una porta attraverso cui buttar fuori delle cose. Ho letto cose raccapriccianti e ho riscontrato che la grande maggioranza delle donne e degli uomini che hanno subito abusi, violenze e maltrattamenti di qualsiasi natura non ha denunciato per mancanza di fiducia. La maggior parte di quelli che hanno denunciato invece non sono stati creduti. Non mi interessa fare polemica ma cercare di riportare la voce a chi ha paura di parlare e si limita a mandare messaggi. Moltissimi dicono ‘non ne ho mai parlato, tanto non mi avrebbero creduto’. Proviamo a immaginare come vive una persona in questo modo, come può affrontare la sua vita”.
di: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA