La tragedia avvenne nel 2007
“Ora dopo 5726 giorni il signor Harald Espenhahn dopo tanto correre, scappare dalla giustizia ha varcato la soglia del carcere. Non è un risarcimento, non è vendetta e solamente l’unico epilogo che si sarebbe già dovuto compiere da tempo e che è stato solo rimandato”.
A scriverlo su Facebook è Antonio Boccuzzi, l’operaio della Thyssenkrupp di Torino che era sopravvissuto alla tragedia avvenuta il 6 dicembre 2007 nella quale sono morte 7 persone. L’uomo è poi divenuto parlamentare.
La notizia che Harald Espenhahn sarebbe entrato in carcere, arriva oggi, 17 agosto, dalla Germania. L’uomo avrebbe quindi iniziato a scontare la sua condanna (ridimensionata a 5 anni, pena massima in Germania per il reato contestato). Non è escluso che questa possa essere scontata in regime di semilibertà, in carcere di notte e fuori di giorno.
“Certo, quei 5 anni saranno ulteriormente ridimensionati, lo sappiamo e non ci facciamo strane o vane illusioni, ma un passo è stato compiuto e questo non ce lo porta via nessuno. Il 13 maggio 2016 si è chiuso in Cassazione il processo Thyssen. Tutti condannati gli imputati. Solo gli italiani però varcano la soglia del carcere il mattino successivo alla sentenza. I tedeschi continuano a fare quello che facevano prima, come nulla fosse; più forti della giustizia e dello Stato in cui sembrava giustizia si fosse compiuta. Quello che non passa sono rabbia e dolore per una ferita che non si rimarginerà mai ma che potrebbe fare un po’ meno male se tutti gli imputati, tedeschi compresi, scontassero la loro pena”, si continua a leggere sul profilo social del parlamentare.
La dichiarazione della mamma di una vittima
«La parola fine è stata scritta per loro, per noi non lo sarà mai per il dolore che proviamo sempre, ogni giorno. Né procura né magistrati ci hanno più aiutati, nemmeno i politici. Ogni volta che abbiamo una notizia siamo dovuti andare noi a bussare, eravamo pronti a tornare a Roma a settembre. Sapete quanto abbiamo lottato, non ci siamo mai rassegnati», ha detto Rosina Platì, madre di Giuseppe Demasi, una delle vittime.
di: Alice GEMMA
FOTO: ANSA / ALESSANDRO DI MARCO