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È prevista la costruzione di un nuovo complesso entro il 2042

La Corea del Sud investirà circa 210 milioni di euro (300 miliardi di won) per creare il più grande centro di produzione di semiconduttori al mondo alla periferia di Seul. È un progetto che comprende due decenni per far crescere la competitività del Paese nel suo settore di punta.

Il piano prevede la costruzione di un nuovo complesso entro il 2042. Avrà cinque impianti avanzati per la produzione di chip e dovrebbe ospitare circa 150 aziende di progettazione e di materiali e componenti.    

Il comune scelto è Yongin che si trova a 40 chilometri a sud di Seul, dove Samsung Electronics e SK Hynix, primo e secondo produttori mondiali di chip di memoria, hanno già diversi impianti di semiconduttori. Lì sono ci sono anche diverse società legate al settore.    

«Il megacentro ospiterà l’intera catena del valore dei semiconduttori», ha spiegato il ministro dell’Industria, Won Hee-ryong, alla cerimonia di presentazione del piano tenutasi a Seul alla presenza del presidente sudcoreano, Yoon Suk-yeol.    

Il Governo è impegnato nell’approvazione di un progetto per investire circa 2,28 miliardi di euro (3,2 trilioni di won) nello sviluppo di tecnologie dei semiconduttori di nuova generazione per l’intelligenza artificiale e il settore della produzione di energia.

La notizia è stata accolta con un certo stupore. La Corea del Sud è il terzo esportatore a livello mondiale di circuiti integrati detti anche semiconduttori o microchip – il mercato rappresenta il 16,8% di tutto l’export del Paese – ma gli ultimi dati non sono molto promettenti.

Nel gennaio 2023 le esportazioni di microchip dalla Corea del Sud sono state del 44,5% in meno rispetto al gennaio 2022. Lo riporta il ministero dell’industria. I numeri non sono molto positivi ma c’è da dire che il crollo nel settore conferma una tendenza di decrescita generale dell’export sudcoreano che perde oltre il 16% rispetto all’anno scorso.

Tra i primi dati negativi ci sono sicuramente le esportazioni verso la Cinaa che coprono circa il 60% di tutti i microchip esportati dalla Corea del Sud. 

Il 10 ottobre, il Bureau of Industry and Security americano (BIS) ha introdotto forti regolamentazioni sulle esportazioni e una grande serie di controlli in particolare su quel tipo di prodotti utilizzati nei sistemi di supercalcolo al servizio, anche, di armi nucleari e avanzate tecnologie militari

di: Alice GEMMA

FOTO: SHUTTERSTOCK