Un’azienda familiare nata nel ‘77 con l’obiettivo di portare gli italiani a toccare il cielo con un dito, evitando piani e piani di scale
Non occorre rimanere chiusi in ascensore per rendersi conto dell’importanza di questo mezzo di trasporto sui generis. E l’Italia è il secondo Paese al mondo, dopo la Cina, per numero di installazioni, davanti anche agli Stati Uniti. Ermanno Canedoli è l’amministratore delegato della milanese Bettini Ascensori e questi numeri li conosce bene. Vede anche un mercato di settore con grandi potenzialità.
Qual è la storia dell’azienda?
«Bettini Ascensori nasce nel 1977, a Milano, su iniziativa del signor Anselmo Bettini, mio suocero. Inizialmente era un’azienda artigianale molto piccola, ma negli anni è cresciuta costantemente, tanto che nel 2000 c’è stata la necessità di allargare gli spazi. Così ci siamo trasferiti a San Donato Milanese, in una sede più grande, ben strutturata, che ci permette di sviluppare molto lavoro in più, anche in prospettiva».
Che cosa fate esattamente?
«Noi installiamo ascensori e simili, come montacarichi, montascale, montavivande, monta-auto. Ci occupiamo anche di assistenza e manutenzione programmata, per cui ci rivolgiamo, nella maggior parte dei casi, ai condomini residenziali. Tra i nostri clienti ci sono anche aziende, proprietari di residenze di lusso, alberghi e complessi executive».
Non mancano, poi, le richieste “strane”. Ad esempio, racconta Canedoli, Bettini Ascensori si è occupata dell’installazione interamente in cristallo con il castelletto – il vano che ospita la cabina – esterno all’edificio: un mezzo non particolarmente raccomandato per chi soffre di vertigini! Richieste di questo tipo possono essere soddisfatte grazie alla capacità dell’azienda di costruire su misura l’ascensore migliore possibile.
Qual è l’aspetto più importante quando si parla di ascensori?
«La sicurezza viene prima di tutto. La manutenzione programmata serve proprio per verificare che tutte le componenti di sicurezza dell’ascensore funzionino correttamente; quindi è molto importante. Inoltre c’è la possibilità, e ci sarà sempre di più in futuro, di fare quella che in gergo viene chiamata “manutenzione predittiva”. Per riuscirci, però, è necessario installare un quadro elettrico di manovra di ultima generazione, che in remoto riesce a trasmettere i dati di funzionamento a un software. Questo software è in grado di elaborare questi dati e avvertirci prima che un componente si rompa. È una cosa che sembra futuristica, ma in realtà non siamo così lontani. C’è sicuramente bisogno di investimenti da parte di tutti, da parte nostra ma anche da parte del cliente, perché il quadro di manovra di ultima generazione ha un costo».
Qual è il vostro posizionamento nel settore?
«In Italia ci sono mille aziende, ma noi, con i nostri 25 dipendenti, abbiamo una dimensione quasi doppia rispetto alla media nazionale. I nostri punti di forza sono sicuramente la rapidità di intervento e la scelta dei materiali e dei componenti utilizzati. Cerchiamo di selezionare i migliori sul mercato, perché non conviene risparmiare su queste voci. Del resto, sul lungo periodo, i componenti di scarsa qualità non sono poi così economici».
Anche il settore ascensoristico risente della mancanza di manodopera…
«Assolutamente sì. Tutti i tecnici ascensoristi per poter lavorare in autonomia hanno bisogno di un patentino che viene rilasciato dalle prefetture, dopo aver seguito un corso e superato un esame. Purtroppo questo iter viene attivato raramente: l’ultimo a Milano, ad esempio, è stato fatto nel gennaio 2023. Quindi si formano pochissimi nuovi ascensoristi rispetto a quelli che vanno in pensione ogni anno. Secondo noi la soluzione sarebbe una scuola professionale specifica, con degli stage aziendali (come succede in tutti gli altri settori) che, al termine, rilasci il patentino. Si creerebbero decine di migliaia di nuovi posti di lavoro».
Bettini Ascensori è un’azienda familiare e tale rimarrà in futuro. È stata la passione per questo settore a contribuire alla sua nascita e a spingerla nel suo percorso, fin dall’inizio, con Anselmo Bettini prima e il ricambio generazionale dopo. La stessa passione, sinonimo di innovazione e ricerca continua, guiderà l’azienda nel suo domani.
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