Il presidente tunisino chiede di “smetterla con queste delegazioni che vorrebbero ispezionarci”
Aveva fatto discutere la decisione tunisina di negare l’ingresso della delegazione di deputati della commissione Affari esteri del Parlamento europeo, con Borrell che parlava di “sorpresa e rammarico” in merito alla decisione. Oggi, 19 settembre, il presidente della Tunisia torna a puntare il dito contro le ingerenze estere.
In occasione dell’incontro con il capo del governo Ahmed Hachani, i ministri dell’Interno Kamel Feki e della Giustizia Leila Jaffel, il presidente Saied ha dichiarato: «alcuni canali stranieri stanno cercando di dare notizie sbagliate mentre dovrebbero prestare attenzione alla loro situazione e coloro che parlano di libertà di stampa e di espressione dovrebbero informare noi sulla situazione nel loro paese» e ha chiesto “per favore di smetterla di intromettersi negli affari interni perché la Tunisia non interviene nei loro affari“.
Saied ha poi aggiunto la richiesta di “smetterla con queste delegazioni che vorrebbero ispezionarci, come se fossimo ancora colonizzati o sotto protettorato. Invieremo loro, se lo vorranno, delegazioni per realizzare operazioni simili in tutti questi paesi. Come se loro fossero i padroni e noi gli schiavi. Vengono dall’estero per vedere le nostre situazioni, ma anche noi possiamo fare lo stesso, è il principio del giusto trattamento“.
Saied ha poi parlato della questione migratoria, sostenendo che “le nostre forze militari e di sicurezza lavorano sul campo e non aspettano la copertura dei media stranieri che forniscono informazioni false, come se avessero preso il posto dello Stato tunisino. Come questa inchiesta pubblicata da un canale televisivo. Le nostre forze sono sul campo e chi vuole assumere qualche informazione farebbe meglio a interessarsi delle proprie informazioni e della propria situazione. Che facciano prova di obiettività e ci forniscano la realtà delle situazioni nei loro Paesi, invece di lanciare a noi accuse e sostituirsi al pubblico ministero. Che cessino le loro interferenze“.
di: Flavia DELL’ERTOLE
FOTO: ANSA/EPA/QUIRINALE