Un raid notturno ha staccato la centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia dalla rete elettrica, mentre il 40% dei cittadini di Kiev è senza riscaldamento
Per tutta la notte si sono susseguiti bombardamenti russi negli Oblast di Kharkiv, Odessa e Mykolaiv, dove l’allarme aereo è stato sempre attivo. Le esplosioni risuonano anche a Kiev, nel distretto occidentale di Sviatoshynskyi, dove un raid ha incendiato alcune auto nel cortile di un edificio residenziale, e a Leopoli. Al momento si contano 9 morti civili.
Secondo il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, i bombardamenti non avevamo obiettivi militari ma erano semplicemente il frutto della “barbarie russa”. 6 degli 81 missili lanciati dalle forze russe, secondo le forze ucraine, erano gli ipersonici Kinzhal.
Il sindaco di Kiev Klitschko rende noto che è finita nel mirino dei bombardamenti anche una centrale elettrica e che il 40% dei cittadini della Capitale è ora senza riscaldamento. In un comunicato Energatom spiega che anche la centrale nucleare ucraina di Zaporizhzhia è stata tagliata fuori dalla rete elettrica nel corso dei raid di questa notte. Sono stati attivati i generatori diesel di emergenza per perpetrare il funzionamento minimo della centrale. L’operatore energetico Ukrenergo ha poi fatto sapere di aver ripristinato l’alimentazione: «gli specialisti di Ukrenergo hanno ripristinato la fornitura di energia elettrica alla centrale nucleare di Zaporizhzhia. La centrale nucleare di Zaporizhzhia sta passando dai generatori diesel a ricevere l’elettricità per il proprio fabbisogno dal sistema elettrico del Paese».
Dopo il monito del direttore generale dell’Aiea Rafael Grossi, anche la commissaria europea all’Energia Kadri Simson, in audizione alla Commissione Industria, ricerca ed energia del Parlamento europeo, parla di “rischi enormi di incidenti nucleari” data l’occupazione delle forze militari “in violazione della convenzione internazionale“. Nel pomeriggio incontrerà in videochiamata il ministro ucraino dell’Energia German Galushchenko.
Successivamente è intervenuto anche l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell: «mi dispiace dire che il rischio di un incidente nucleare è aumentato molto nelle ultime ore. L’attacco ha creato una disconnessione dalla rete elettrica ucraina, aumentando notevolmente il rischio di atti nucleari. C’è una grave violazione della sicurezza nucleare causata dalla Russia, è la più grande centrale nucleare d’Europa».
Kiev denuncia attacchi “mai visti prima“, dato l’impiego nei raid di “diversi tipi di missili”, in particolare 6 Kinzhal, armi ipersoniche a capacità nucleari, e missili da crociera X-22. «Finora – spiega il portavoce del Comando delle forze aeree dell’Ucraina – non abbiamo la capacità di contrastare queste armi». Gli attacchi sarebbero stati lanciati congiuntamente da tre mari: Mar Nero, Mar d’Azov e Mar Caspio.
Il Ministero degli Esteri di Mosca intanto ha confermato che lunedì 13 marzo a Ginevra riprenderanno i colloqui per estendere l’accordo sull’esportazione del grano nel Mar Nero. Il patto siglato lo scorso autunno scadrà il 17 marzo. All’incontro prenderanno parte una delegazione russa e una di rappresentanti dell’Onu.
Usa: Russia fornisce uranio arricchito alla Cina
Dall’ammonimento al sospetto, fino all’accusa formale: il sottosegretario alla Difesa degli Stati Uniti John Plumb ha dichiarato oggi alla Camera americana che la società russa Rosatom starebbe fornendo alla Cina uranio altamente arricchito.
Una “cooperazione tra Mosca e Pechino in questo ambito” che preoccupa molto Washington come precisa Plumb, secondo cui “la Cina è impegnata in una rapida espansione e diversificazione delle sue capacità nucleari“. Ufficialmente l’uranio sarebbe stato inviato dalla Russia per il rifornimento di reattori nucleari autofertilizzanti che usano il plutonio, impiegato anche per la costruzione di armi nucleari come ricorda sempre il funzionario.
Nord Stream, Mosca spinge sulle indagini
Nel frattempo continuano le indagini sul sabotaggio del gasdotto Nord Stream, con il portavoce del Cremlino Peskov che rinnova la richiesta di “essere ammessi a questa indagine“, perché “questo è un precedente troppo pericoloso di atto terroristico contro le infrastrutture energetiche critiche internazionali” e “crediamo non si possa permettere che l’attenzione venga deviata su alcune versioni e ipotesi secondarie“.
La Transnistria punta il dito
Un attacco terroristico orchestrato dai servizi segreti ucraini sarebbe stato sventato a Tiraspol, nella Transnistria. Lo denunciano i dirigenti dell’entità separatista filorussa in Moldavia, citati dall’agenzia Ria Novosti.
Secondo il cosiddetto ministero per la Sicurezza dello Stato della Transnistria, il piano prevedeva l’uccisione nel capoluogo Tiraspol del leader dell’entità separatista, Vadim Krasnoselsky, e altri dirigenti, con un’autobomba. I presunti autori dell’attacco alle dipendenze dei servizi segreti ucraini, aggiunge la fonte, sono stati arrestati e “hanno confessato”.
Il “ministro degli Esteri” dell’entità separatista in territorio moldavo, Vitaly Ignatyev, ha detto che la Transnistria considera vari tipi di risposta in caso di un attacco dall’Ucraina, che dipenderebbero “dallo scenario”.
Le dichiarazioni dei dirigenti sono stati definiti dai servizi di sicurezza ucraini (Sbu) come una “provocazione orchestrata dal Cremlino“. «Qualsiasi dichiarazione della presunta Repubblica Popolare di Transnistria sul coinvolgimento dell’Sbu nella preparazione di un attacco terroristico deve essere considerata esclusivamente come una provocazione orchestrata dal Cremlino», si legge sul canale Telegram.
di: Marianna MANCINI
aggiornamenti di: Alessia MALCAUS
FOTO: ANSA/EPA/TOLGA BOZOGLU