pifferi

La donna risponde al pm nel processo in cui è imputata per l’omicidio della figlia Diana, morta di stenti lo scorso anno

Udienza in corte di assise a Milano per Alessia Pifferi, accusata dell’omicidio della figlia che ha lasciato morire di stenti nel luglio 2022. La donna ha reso diverse dichiarazioni, precisando che “quello che so per certo è che io non ho mai dato gocce o tranquillanti a mia figlia“. Il farmaco sarebbe stato portato in casa dal compagno che “lo usava per dormire“.

Pifferi ha anche ammesso di aver lasciato da sola altre volte la piccola, anche se sarebbe successo “pochissime volte“. «L’indomani tornavo a casa, di solito – spiega. – Pensavo che il latte le bastasse, la lasciavo sola nel lettino, in un lettino da campeggio», dal quale la piccola “non era in grado di uscire da sola“. Al suo ritorno “era tranquilla, la cambiavo, le davo la pappa“.

Infine, l’accusa al compagno. Due giorni prima del ritrovamento della piccola, l’uomo si era recato a Milano per lavoro e la donna lo aveva accompagnato senza tornare a casa. «Io mi preoccupavo di mia figlia, ma purtroppo avevo paura delle reazioni del mio compagno – spiega. – Avevo paura di parlare con lui, era parecchio aggressivo nel verbale. Una volta ha anche cercato di sbattermi contro a un vetro in una discussione».

Rispondendo al pm Francesco De Tommasi, Pifferi ripete di non aver mai pensato di far fuori la figlia: “non ho idea di cosa potesse succedere se non mangiava, ma certo non una cosa così. In carcere le psicologhe mi hanno detto che un biberon non bastava per sopravvivere” racconta.

di: Marianna MANCINI

FOTO: Ansa/Andrea Fasani