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Il ministro spiega la scelta di aver scelto Castelvetrano per celebrare la festa della Liberazione

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi oggi 3 maggio è a Palermo per commemorare i caduti della strage di Capaci; il titolare del Viminale, insieme al capo della Polizia Lamberto Giannini, presiederà presso il Palazzo del Governo il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica.

Con l’occasione, Piantedosi ha voluto rispondere ad alcuni strascichi di polemiche connesse al 25 aprile, quando in occasione della festa della Liberazione il ministro si è recato a Castelvetrano.

«È stato un po’ faticoso spiegare la scelta di essere a Castelvetrano nel giorno della Liberazione – chiarisce il ministro, – ma non era un modo per sviare e deviare dalla celebrazione del 25 aprile, ma lanciare un messaggio chiaro: la mafia e il nazifascismo hanno tratti in comune, modelli che si propongono alla società con la violenza e la sopraffazione».

Ad accomunare i due fenomeni sono “la concezione della violenza come elemento di regolazione dei rapporti e la compressione della libertà di pensiero“, aggiunge Piantedosi.

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/CARABINIERI