La donna aveva già denunciato l’ex più volte
Ieri, 6 settembre, in provincia di Trapani, Angelo Reina, originario di Valderice, ha ucciso a colpi di arma da fuoco la ex compagna, Marisa Leo, originaria di Salemi e dipendente di una cantina di Mazara del Vallo.
Reina aveva chiamato al telefono la donna dicendole “vieni a prendere la bambina in azienda da me, intorno alle cinque e mezza”. In realtà era una trappola, la bambina era stata lasciata poco prima dalla bisnonna: l’uomo ha aspettato l’ex compagna con una calibro 22 e l’ha colpita tre volte, puntando sotto l’addome. Due ore dopo un camionista l’ha visto scendere dalla sua Porsche Cayenne e puntarsi il fucile in bocca.
Sembra inoltre che un investigatore privato si sia presentato alla questura di Trapani per rivelare che qualche tempo fa l’imprenditore diventato assassino gli avesse chiesto di pedinare la giovane vittima per scoprire se avesse “relazioni sentimentali” di altro tipo.
Le denunce precedenti
Da diverso tempo la donna aveva denunciato, nel 2020, le pressioni dell’ex marito che la perseguitava. Dopo qualche mese si era ripresentata dalle forze dell’ordine per un’altra denuncia, questa volta per violazione degli obblighi familiari perché l’uomo non avrebbe pagato gli alimenti per la figlia della coppia.
Reina venne quindi mandato a giudizio dal tribunale di Marsala sia per stalking che per violazione degli obblighi familiari. Marisa Leo, dopo qualche tempo però, ha presentato la remissione della querela per entrambi i procedimenti. Dal 2022 non sarebbero state più presentate querele da parte della donna nei confronti dell’ex compagno.
È stata la polizia stradale a trovare il cadavere. Adesso la squadra mobile di Trapani sta indagando.
Nuove testimonianze
«Marisa aveva paura, anche se non pensava certamente ad un epilogo del genere. Temeva più per la sua bambina, ogni volta che la lasciava col padre era in preda all’ansia». A raccontarlo è stata Roberta Urso, delegata per la Sicilia dell’Associazione Donne del Vino, amica e collega della vittima.
«Ieri pomeriggio alle 5 eravamo in una call per programmare un evento proprio contro la violenza sulle donne. Poi lui l’ha chiamata. Non capisco perché sia uscita. Io l’ho conosciuta quando era incinta e già la relazione non c’era più: lei ha cresciuto la bambina da sola, ma non le ha voluto negare un padre. La bimba lo vedeva ma era evidente che Marisa non fosse tranquilla. Non perché lui fosse violento, anzi mi raccontava che era affettuoso con la piccola, ma non era comunque tranquilla. Come ha potuto farle questo? Non è degno di essere definito padre perché ha lasciato una bambina sola al mondo», ha raccontato.
Anche l’avvocata Libera Cesino, presidente di ‘Libera dalla violenza, sportello online di supporto alle donne, agli uomini e alle vittime della violenza di genere, ha lasciato una dichiarazione: «l’arresto preventivo potrebbe sembrare eccessivo, ma abbiamo di fronte numeri sconvolgenti. Il maltrattante va allontanato, arrestato. L’ammonimento è blando, mentre tutti sappiamo, a prescindere da grado culturale e sociale, cosa significa andare in carcere, quindi io direi di intervenire direttamente».
«Avremmo bisogno di un maggiore coordinamento di intervento, una rete che dovrebbe intervenire immediatamente dopo la denuncia. Subito dopo, il maltrattante, consapevole che è stato denunciato, invece di darsi una calmata, diventa ancora più violento. In quel momento il maltrattante quando sa che è stato denunciato invece di calmarsi diventa ancora più violento e se la denuncia non fa scattare misure cautelari il matto gira libera e ha una occasione in più per ammazzare. È una falla del sistema, serve coordinamento e servono tutti gli interventi nell’immediatezza».
La donna aveva pubblicato un post contro la violenza sulle donne
“È un miracolo. Una forza così piccola, ma così dirompente e una vita che cresce al ritmo di due cuori che battono insieme. Donna, mamma, tu lavori, tu progetti, tu crei e sei fantastica per come lo fai. Tu cadi, ti rialzi, piangi ma non molli, e sei perfetta così come sei. Donna, mamma, Tu, non sei sola“. Sono le parole di Marisa Leo in un post dedicato alla lotta contro la violenza sulle donne sui social dell’associazione ‘Le Donne del Vino’ a novembre 2019.
di: Alice GEMMA
aggiornamenti: Micaela FERRARO
FOTO: ANSA/US POLIZIA