Assolti i cugini Ikram Ijaz e Nomanulhaq Nomanulhaq

È arrivata la sentenza di primo grado da parte dei giudici della Corte d’Assise di Reggio Emilia nel processo per la morte di Saman Abbas.

Sono stati condannati all’ergastolo i genitori della 18enne, il padre Shabbar Abbas e la madre Nazia Shaheen, latitante da 31 mesi. Condanna a 14 anni per lo zio Danish Hasnain, al quale non sono state riconosciute le aggravanti ma concesse le attenuanti generiche. Sono stati assolti, invece, i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq Nomanhulaq , per i quali è stata ordinata la scarcerazione immediata.

La Procura di Reggio Emilia aveva chiesto l’ergastolo per i genitori e 30 anni per gli altri imputati.

Stando a quanto riferito dai media, non è stato disposto alcun risarcimento per il fratello e il fidanzato della givoane, che si erano costituiti entrambi parte civile. Nel dispositivo della Corte di Assise di Reggio Emilia, riportato da TgCom24, si legge che sono stati decisi risarcimenti per le associazioni che si occupano del contrasto alla violenza contro le donne (25mila euro ciascuno), oltre a 30mila euro all’Unione Comuni bassa reggiana e a 50mila euro al Comune di Novellara.

«Gli anni a Danish Hasnain? Molto meno di quello che ha chiesto la procura, ciononostante farò appello, perché accetto la condanna per avere disperso, sottratto, occultato il cadavere, del resto lo ha fatto ritrovare e si è ascritto la paternità di questo atto, però, impugnerò la condanna per omicidio – ha dichiarato il legale di Hasnain Liborio Cataliotti – tutte le mie richieste subordinate, l’esclusione dei motivi abbietti, dei motivi futili, della premeditazione, financo lo sconto del rito che gli era stato negato in udienza preliminare, infine le circostanze attenuanti generiche tutte le altre richieste sono state accolte (ma) non quella che mi sta più a cuore, cioè quella del concorso nell’omicidio».

Prima della sentenza

Prima della pronuncia dei giudici, nell’udienza prende la parola per alcune dichiarazioni spontanee il padre Shabbar. «Ho sentito tante parole false – esordisce l’uomo. – Non è vero che sono persona ricca, non è vero che sono una persona mafiosa. Non è vero che ho ammazzato una persona qua e una in Pakistan. Non è vero che sono andato a casa di Saqib [il ragazzo di Saman, ndr] a minacciare».

«Anche questo è falso, come quelli che dicono ‘ha ammazzato la figlia ed è scappato via. È falso che il 29 aprile ho scavato una buca e che ho portato lo zaino di mia figlia in casa». Nega tutto insomma il padre della 18enne ritrovata sepolta in una buca.

«Anche io voglio liberarmi di tanti mesi di peso. Figlia mia morta, mia famiglia finita per me. Io dico tutta la verità – ha proseguito l’uomo. – Saman stava sempre chiusa? No, andava per Novellara».

Riguardo le parole del figlio, che in aula ha accusato il padre, Shabbar Abbas risponde: «la sua lingua ha parlato, il suo cuore non ha parlato. Lui ha detto tutte le bugie, quelle dell’avvocato, dei servizi sociali, dei carabinieri, quelle che avete sentito tutti. Non ha detto la verità. È un ragazzo così».

Infine, la smentita anche sulle nozze combinate: «anche questo non è vero. Lei era contenta».

di: Marianna MANCINI

aggiornamenti: Francesca LASI

FOTO: ANSA/TOMMASO ROMANIN