NAGORNO-KARABKAH PROTESTE IN ARMENIA

Secondo i separatisti negli attacchi di Baku sono morte cinque persone

Rimane alta la tensione nel Nagorno-Karabakh, (Artsakh in lingua armena) dopo che l’Azerbaigian ha avviato quella che ha definito “un’operazione antiterroristica” nella Regione. Secondo le autorità separatiste della Regione negli attacchi di Baku almeno cinque persone sono rimaste uccise e 80 ferite. Sempre secondo le autorità separatiste armene, più di 7mila civili provenienti da 16 località sono stati evacuati.

Stando agli indipendentisti armeni, citati dall’Interfax, i combattimenti proseguono lungo la linea di contatto e le forze azere starebbero usando artiglieria, droni e aerei per i bombardamenti. Gli indipendentisti, inoltre, hanno parlato di una violazione del “regime di cessate il fuoco lungo l’intera linea di contatto”. Il ministero degli Esteri armeno ha “condannato fermamente l’aggressione”, definendola una “continuazione dell’uso della forza su larga scala contro il Nagorno-Karabakh del 2020” e chiedendo “l’intervento dell’Onu”.

Secondo quanto riferito da RaiNews, sarebbero in corso scontri tra i manifestanti e la polizia fuori dal palazzo del governo a Erevan (Yerevan), capitale dell’Armenia. La polizia avrebbe usato granate stordenti. Secondo la Tass i manifestanti chiedono le dimissioni del primo ministro Nicol Pashinian per “non aver fatto nulla” e la fine dell’operazione militare dell’Azerbaigian. Il primo ministro, riferisce l’agenzia russa ,non si troverebbe all’interno del palazzo.

Il capo del servizio stampa del Ministero degli Esteri azero Anar Eyvazov, citato da Interfax, ha affermato che le forze armate azere hanno preso il controllo di “più di 60 posizioni dell’esercito armeno”. L’esercito di Baku avrebbe distrutto “fino a 20 veicoli militari, più di 40 installazioni di artiglieria, più di 30 mortai, 2 sistemi missilistici antiaerei e oltre 6 stazioni di guerra elettronica delle forze armate armene”.

L’amministrazione del Presidente azero ha annunciato la disponibilità di Baku a incontrare i rappresentanti della popolazione armena della regione a Yevlakh. Lo ha riferito la Tass.

Al contempo, però, sembra che le autorità azere abbiano dichiarato in un comunicato che “per fermare le misure antiterroristiche, le formazioni armate armene illegali devono alzare bandiera bianca, consegnare tutte le armi e il regime illegale deve dissolversi. In caso contrario, e misure antiterroristiche continueranno fino alla fine”.

La Turchia giustifica “l’operazione militare” dell’Azerbaigian. «Poiché le legittime e giustificate preoccupazioni costantemente espresse riguardo alla situazione sul campo – si legge in un comunicato del ministero degli Esteri turco – nei quasi tre anni trascorsi dalla fine della Seconda Guerra del Karabakh, non sono state risolte, l’Azerbaigian ha dovuto adottare le misure che ritiene necessarie sul proprio territorio sovrano».

Gli Stati Uniti chiedono la fine delle ostilità

Il segretario di Stato Usa Antony Blinken ha riferito che Washington è profondamente preoccupata dalle azioni militari dell’Azerbaigian nel Nagorno-Karabakh e chiede di cessare immediatamente le ostilità.

Tajani offre la mediazione dell’Italia

«Alla luce delle tensioni in atto, a New York ho voluto incontrare il ministro degli Esteri azero Jeyhun Bayramov – ha scritto su X il ministro degli Esteri Antonio Tajani – sottolineando la necessità di dialogo e moderazione per trovare una soluzione diplomatica nel Nagorno Karabakh. L’Azerbaigian è un partner importante: lavoriamo insieme anche contro i trafficanti di esseri umani».

Tajani ha, poi, offerto a Baku ed Erevan la mediazione di Roma.

di: Francesca LASI

FOTO: ANSA/EPA/NAREK ALEKSANYAN