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L’Unhchr denuncia uccisioni sommarie di palestinesi

Mentre la trattativa sulla tregua si fa sempre più difficile Israele colpisce duramente a Khan Yunis. Gli attacchi aerei secondo Wafa hanno provocato 24 morti e diversi feriti, ma le operazioni israeliane si concentrano in tutta la Cisgiordania in particolare nelle città di Az-Zahariya e Bani Naim, ma anche a Gerico e nel campo profughi di Ein al-Sultan.

Un corrispondente dal posto di Al Jazeera ha riferito che alcuni bulldozer israeliani hanno distrutto il cimitero di Sheikh Shaban, nella zona orientale della Striscia di Gaza. Il giornalista che spiegato che “i morti sono stati riesumati e schiacciati sotto i bulldozer” aggiungendo che “non è la prima volta che le forze di occupazione demoliscono i cimiteri, distruggendo tombe, riesumando i cadaveri e poi mutilandoli“. “Parti dei cadaveri, compresi quelli di bambini, sono chiaramente visibili nell’area“, ha aggiunto.

Secondo quanto riporta il Times of Israel gli attacchi aerei hanno distrutto 230 obiettivi di Hamas, l’esercito ha inoltre attaccato “infrastrutture terroristiche degli Hezbollah” nel sud del Libano e una postazione di lancio “usata ieri per tiri” contro il territorio dello stato ebraico.

Il rappresentante dell’Oms a Gaza, Richard Peeperkorn, collegato da Gerusalemme ha fatto sapere che nel nord di Gaza non c’è nemmeno un ospedale funzionate a causa della mancanza di carburante, personale e forniture. L’ospedale “al Ahli era l’ultimo, ma ora funziona al minimo” ha spiegato.

L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani ha denunciato di aver ricevuto informazioni “inquietanti” a proposito delle forze armate israeliane che avrebbero ucciso sommariamente 11 palestinesi davanti alle loro famiglie, a Gaza. Nel rapporto dell’Unhchr si legge che “sulla scia di precedenti accuse riguardanti il deliberato attacco e l’uccisione di civili per mano delle forze israeliane“, è successo nel quartiere di Al Remal a Gaza dove i soldati avrebbero circondato e fatto irruzione in un edificio dove, nella notte, si erano rifugiate diverse famiglie. I testimoni raccontano di come l’esercito di Israele abbia “separato gli uomini dalle donne e dai bambini, e poi hanno sparato uccidendo almeno 11 uomini, per lo più tra i 20 e i 30 anni, davanti ai loro familiari“. Secondo l’agenzia Onu le accuse “danno l’allarme sulla possibile commissione di un crimine di guerra“, l’Unhchr chiede alle autorità israeliane di aprire immediatamente un’indagine indipendente.

A seguito dei numerosi attacchi compiuti dagli Houthi nelle acque del Mar Rosso nel porto israeliano di Eilat i è registrato un crollo del traffico marittimo. Sarebbe diminuito dell’85%, secondo l’amministratore delegato del porto, il traffico di merci.

di: Flavia DELL’ERTOLE

FOTO: EPA/ABIR SULTAN