È quanto emerge dai dati della missione InSight della Nasa, riportati in due studi pubblicati su “Nature”
Ci sarebbe un guscio morbido ad avvolgere il nucleo metallico di Marte. È quanto emerge dai dati della missione InSight della Nasa, riportati in due studi apparsi sulla rivista Nature, uno coordinato da Henri Samuel del Consiglio nazionale delle Ricerche scientifiche francese, l’altro da Amir Khan del Politecnico di Zurigo. Secondo i dati il guscio morbido sarebbe composto da silicati, simili a quelli che compongono la crosta terrestre. È stata notata, inoltre, la presenza di nucleo grande ma a bassa densità, formato da ferro liquido, zolfo, carbonio ossigeno e idrogeno.
La sonda InSight è una sorta di stazione di monitoraggio sismica lanciata nel 2018 e non più operativa dalla fine 2022. Nonostante questo continua a fornire nuovi dettagli sulla struttura interna di Marte. Attraverso l’analisi dei dati relativi a una serie di terremoti generati sul Pianeta Rosso, gli studiosi hanno realizzato la mappa interna di Marte e hanno scoperto che il nucleo metallico sarebbe più piccolo e denso rispetto a quanto creduto finora, con un diametro di circa 1.650 chilometri. In base a questi nuovi dati, si ipotizza che nel nucleo ci sia una maggiore presenza di elementi più leggeri.
Gli studi di Kahn e dell‘ETH Zurich, così come quelli di Samuel e dell’Universitè Paris Citè concordano sul fatto che il nucleo di ferro liquido di Marte sia circondato da uno strato di roccia silicatica fusa, spesso circa 150 chilometri: la parte superiore, in precedenza, sarebbe stata scambiata con la superficie del nucleo. La riduzione del raggio del nucleo comporta una densità maggiore rispetto a quella stimata in precedenza. Secondo le ricerche, il guscio manterrebbe isolato il nucleo e lo aiuterebbe a conservare il calore e a evitare moti convettivi al suo interno, che potrebbero generare un campo magnetico planetario, come accade sulla Terra. Il guscio, inoltre, proteggerebbe la superficie dalle particelle più energetiche in arrivo dal Sole. Questa struttura interna spiegherebbe meglio le caratteristiche di Phobos, uno dei satelliti naturali di Marte.
di: Francesca LASI
FOTO: PIXABAY