Si tratta di un faldone di quattromila pagine di appunti di uno dei primi studenti del padre della filosofia tedesca
Al già consistente corpo di scritti, lezioni e riflessioni di Georg Wilhelm Friedrich Hegel si aggiunge un nuovo tassello. Nella biblioteca diocesana dell’Arcivescovado di Monaco di Baviera e Frisinga è stato ritrovato un prezioso tesoro di oltre quattromila pagine di appunti delle lezioni del filosofo tedesco.
Un patrimonio culturale e letterario oltre che filosofico, rimasto nascosto fra gli scaffali della biblioteca per 200 anni. Questi documenti, manoscritti e riposti in cinque scatole d’archivio, non sono mai stati analizzati prima e conterrebbero riflessioni su libertà, religione e arte.
Protagonista della scoperta il professore di storia della filosofia dell’Università Friedrich Schiller di Jena Klaus Vieweg, noto biografo di Hegel.
«Da quasi due secoli i ricercatori non esaminavano queste carte da vicino. Ho fatto una scoperta eccezionale: così sorprendente e fortunata capita probabilmente una sola volta nella vita ed è paragonabile alla scoperta di una nuova partitura di Mozart» ha commentato colmo d’emozione Vieweg.
Ad annunciare il ritrovamento, presentato dalla stampa tedesca come la “scoperta filosofica del secolo“, è stata la stessa Arcidiocesi di Baviera.
Autore del manoscritto è Friedrich Wilhelm Carove, fra i primi studenti di Hegel all’Università di Heidelberg. I documenti sarebbero un lascito del teologo Friedrich Windischmann, figlio di un professore di filosofia che aveva ricevuto le trascrizioni delle lezioni di Hegel direttamente da Carove.
Spulciando nel faldone gli esperti sono riusciti a mettere le mani anche sulla rara trascrizione di una conferenza di estetica tenuta da Heidelberg, di cui al momento non si hanno altre testimonianze.
Le trascrizioni delle lezioni di Hegel saranno ora oggetto di un lungo progetto scientifico di ricerca che durerà diversi anni, diretto dallo stesso Vieweg e dal progessor Christian Illies dell’Università di Bamberga con il supporto del ricercatore Marko Fuchs.
di: Marianna MANCINI
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