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Si tratta di una neuroprotesi inserita nella parte bassa della schiena che stimola i nervi legati alla deambulazione

La medicina fa passi avanti e questa volta riguarda i malati del morbo di Parkinson che potrebbero riattivare le loro capacità motorie grazie ad un tipo particolare di neurostimolazione della parte bassa del midollo spinale.

Questa strategia è stata già provata in un paziente francese affetto dalla malattia da quasi 30 anni ed ha avuto un grande successo. Il suo caso è stato illustrato su Nature Medicine.

“Praticamente non riuscivo più a camminare senza cadere frequentemente, più volte al giorno. In alcune situazioni, come quando entravo in un ascensore, rimanevo come congelato”, ha raccontato in una nota Marc, il paziente oggetto della sperimentazione in cui i ricercatori hanno applicato alla malattia un approccio che ha mostrato successo nei pazienti con lesioni spinali.

È stata inserita una neuroprotesi nella parte bassa della schiena, quella che è responsabile dell’attivazione dei muscoli delle gambe quando camminiamo. Sono una serie di elettrodi impiegati nell’area lombo-sacrale e un generatore di impulsi impiantato sotto-pelle nell’addome.

L’intervento è stato fatto quasi due anni fa e, a seguito di una lunga riabilitazione, Marc oggi è capace di camminare quasi normalmente usando la neuroprotesi per circa 8 ore al giorno.

Non si è però ancora capito se può essere applicata in tutti i malati. La maggior parte delle persone con il Parkinson in stadio avanzato soffre di problemi locomotori, che molto spesso non rispondono ai farmaci né a trattamenti come la stimolazione cerebrale profonda.

di: Alice GEMMA

FOTO: SHUTTERSTOCK