La condanna è arrivata in contumacia
La magistratura bielorussa infligge l’ennesimo colpo al pluralismo politico: la leader dell’opposizione Svetlana Tikhanovskaya è stata condannata in contumacia a 15 anni di reclusione. La Procura aveva chiesto per lei una pena di 19 anni.
Tikhanovskaya, che vive all’estero e nel 2022 era fra i candidati al premio Nobel per la Pace, è accusata di cospirazione e tradimento contro lo Stato.
«Prima di tutto, lo definirei un sedicente processo perché non ha nulla a che fare con la giustizia nel nostro Paese. Tutti questi processi sono una vendetta contro coloro che si oppongono al regime di Lukashenko o alla guerra. Quindi, di certo non mi aspetto nulla. Sarò condannata ad anni e anni di prigione. Il giudice mi darà tanti anni come gli è stato ordinato di fare» aveva dichiarato Tikhanovskaya a gennaio, con l’inizio del processo nei suoi confronti.
«È così che il regime ha ‘ricompensato’ il mio lavoro per i cambiamenti democratici in Bielorussia – commenta oggi Tikhanovskaya. – Ma oggi non penso alla mia sentenza. Penso a migliaia di innocenti, detenuti e condannati a pene detentive reali. Non mi fermerò finché ognuno di loro non sarà rilasciato» scrive su Twitter la dissidente.
Sotto accusa anche l’ex ministro della Cultura Pavel Latushko (chiesti 19 anni anche per lui), Maria Moroz, già capo dell’ufficio elettorale di Tikhanovskaya, Olga Kovalkova e Serghei Dylevsky (12 anni chiesti per tutti e tre). Lo scorso agosto Tikhanovskaya aveva annunciato un “gabinetto di transizione” che avrebbe dovuto raccogliere tutto il fronte dell’opposizione alla presidenza di Lukashenko.
L’opposizione si era ricompattata nel 2020 in seguito alle elezioni presidenziali che hanno visto la rielezione di Lukashenko non senza polemiche. Accusando il presidente di brogli elettoriali, Tikhanovskaya si era dichiarata vincitrice delle presidenziali (nonostante nei dati ufficiali si fosse fermata al 10% delle preferenze).
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/EPA/RADEK PIETRUSZKA