Piovono critiche sulla norma avanzata da Biden che ricorda in molti aspetti alcuni contestati provvedimenti dell’amministrazione Trump
Parzialmente all’ombra degli affari esteri che hanno visto Biden protagonista a Varsavia, martedì 21 l’amministrazione del presidente ha presentato una proposta di legge sull’immigrazione che ha già accumulato diverse critiche, soprattutto perché sarebbe, in alcune disposizioni, molto simili a quella del suo predecessore Trump.
Nello specifico, la legge sull’immigrazione in Usa avanzata dalla Casa Bianca prevede che i richiedenti asilo possono accedere agli States solo se in precedenza hanno chiesto accoglienza in almeno uno dei Paesi attraversati per raggiungere il confine statunitense.
Una formulazione che, di fatto, pone un ostacolo concreto alla migrazione via terra di tutti fatta eccezione per i cittadini provenienti dal Messico, l’unico Stato confinante a sud con gli Usa. La consulente della no profit Justice Action Center Jane Bentrott ha già rilevato che la proposta di legge di Biden è in “diretta contraddizione” con quanto annunciato dal presidente in campagna elettorale.
Lo scopo dichiarato della Casa Bianca sarebbe infatti quello di scoraggiare i migranti a intraprendere rotte illegali e poco sicure, ma il risultato più evidente e immediato della legge sarebbe proprio un nuovo ammassamento di persone al confine, con respingimenti forzati e un aumento del rischio per la sicurezza oltre che della possibilità di separazioni di nuclei familiari.
La popolazione statunitense ora ha 30 giorni per esaminare la proposta depositata prima della sua approvazione formale. Ostacoli al procedimento legislativo sono però all’orizzonte: la legge presenterebbe infatti una serie di criticità già riscontrate in un’altra proposta avanzata da Trump nel 2019, poi respinta da un tribunale federale. Una continuità che sta minando di diversi punti il consenso di Biden in patria, attaccato sia da destra sia da sinistra sull’immigrazione.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/EPA/JOEBETH TERRIQUEZ