Il Governo di Netanyahu ha anche acconsentito a tregue quotidiane di quattro ore mentre continua a rifiutare un cessate il fuoco

È il portavoce del consiglio per la sicurezza nazionale americana John Kirby a confermare un’importante svolta nel conflitto in atto a Gaza: Israele ha infatti acconsentito all’apertura di due corridoi umanitari, dal nord e dal sud di Gaza. Mentre uno dei due è già aperto, l’altro seguirà un itinerario costiero.

Non solo: sembra che Tel Aviv abbia accettato anche di impegnarsi in una tregua quotidiana: ogni giorno per quattro ore faranno silenzio i cannoni nel nord della Striscia di Gaza.

Si tratterebbe di richieste avanzate dagli Stati Uniti, con il presidente Biden di ritorno da Israele. «Nessuna possibilità» invece per un cessate il fuoco a Gaza, con Netanyahu fermo sulle sue posizioni. Il premier israeliano avrebbe anche respinto diverse proposte di tregua in cambio del rilascio di un certo numero di ostaggi. «Non fermeremo i combattimenti finché non avremo portato indietro gli ostaggi» fa eco il ministro della Difesa Gallant.

A proposito di ostaggi, è per “ragioni umanitarie e mediche” che la Jihad Islamica rilascerà, con le “misure appropriate“, due ostaggi israeliani. L’annuncio è stato dato con la diffusione di due clip video degli ostaggi, che sono Hannah Katzir, di 77 anni, e Yagil Yaakov, 13 anni. Entrambi sono stati rapiti dal kibbutz Nir Oz il 7 ottobre.

Gerusalemme, manifestanti contro la casa di Netanyahu

Anche a Gerusalemme proseguono le proteste della popolazione contro il Governo in carica. I manifestanti hanno cercato di fare irruzione nell’abitazione in cui attualmente risiede il premier Netanyahu. Si tratta della casa del miliardario Simon Falic. I protestanti, fra cui ci sono anche i familiari degli ostaggi, stanno abbattendo le barriere della polizia e si stanno avvicinando all’ingresso come riporta Haaretz.

Raid a Jenin, 15 vittime palestinesi

Proseguono le incursioni di Israele, con l’esercito che ha compiuto un raid nella città di Jenin; considerando anche le vittime degli scontri in Cisgiordania, sono morti almeno 15 palestinesi e oltre 20 sono feriti. Secondo l’Esercito si tratta di operazioni anti-terrorismo. Salgono così a 178 i morti totali palestinesi in Cisgiordania dal 7 ottobre.

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/EPA/ABIR SULTAN