Israele negherà i visti ai funzionari delle Nazioni Unite dopo le parole del segretario Guterres
Il dibattito bellico in Medio Oriente è ancora tutto sulle parole del segretario dell’Onu Guterres, causa di molto sdegno nei vertici israeliani. L’ambasciatore di Tel Aviv all’Onu Gilad Erdan ha detto che il suo Paese negherà il visto di ingresso ai funzionari delle Nazioni Unite: «del resto abbiamo già rifiutato il visto al sottosegretario per gli affari umanitari Martin Griffiths – spiega alla Radio militare. – È arrivato il tempo di dare loro una lezione».
Anche lo Yad Vashem, il Museo della Memoria a Gerusalemme, condanna duramente Guterres per le sue affermazioni. Per il presidente Danny Dayan il “massacro genocida degli ebrei” da parte di Hamas mette alla prova la “sincerità dei leader mondiali, degli intellettuali e degli influencer che vengono a Yad Vashem e promettono ‘Mai più’“. Prosegue Dayan: «coloro che cercano di ‘capire’, cercano un contesto giustificativo, non condannano i colpevoli e non chiedono il rilascio incondizionato e immediato dei rapiti, falliscono la prova». E “anche Guterres ha fallito“.
Guterres ha spiegato di essere “scioccato da come le mie affermazioni di ieri sono state interpretate da alcuni, come se io stessi giustificando il terrore di Hamas. Questo è falso. Era l’opposto“. Il segretario generale ha poi aggiunto che “il dolore del popolo palestinese non può giustificare gli spaventosi attacchi di Hamas” e che “è necessario mettere le cose in chiaro, soprattutto per rispetto delle vittime e delle loro famiglie“.
Dall’altra parte, si elevano gli scudi contro i bombardamenti di Israele. Ad accusare il massacro dei civili palestinesi è la Turchia, con il ministro degli Esteri Hakan Fidan che ha chiesto a Israele di “fare un passo indietro” davanti ai “fratelli palestinesi colpiti a scuola e nelle moschee, senza distinzione“.
Il presidente Erdogan va ancora oltre: Al Arabiya riporta una dichiarazione del capo di Stato secondo cui i militanti di Hamas sarebbero “liberatori” che combattono per la loro terra e “non dei terroristi“. Durante un discorso al gruppo parlamentare del suo partito Akp Erdogan ha annunciato la cancellazione della visita in Israele.
«Circa la metà di coloro che sono stati uccisi negli attacchi israeliani su Gaza sono bambini, persino questo dato dimostra che l’obiettivo è un’atrocità, per commettere crimini contro l’umanità premeditati – accusa il presidente. – Non abbiamo problemi con lo Stato di Israele ma non abbiamo mai approvato le atrocità commesse da Israele e il suo modo di agire, simile a un’organizzazione più che uno Stato».
Lior Haiat, portavoce del ministero degli Esteri israeliano, ha commentato la vicenda su X: «Israele respinge pienamente le parole del presidente turco nei confronti dell’organizzazione terroristica Hamas. Hamas è una spregevole organizzazione terroristica peggiore dell’Isis che uccide brutalmente e intenzionalmente neonati, bambini, donne e anziani, prende in ostaggio civili e usa la propria gente come scudi umani. Anche il tentativo del presidente turco di difendere l’organizzazione terroristica e le sue parole incitanti non cambieranno gli orrori che il mondo intero ha visto e il fatto inequivocabile: Hamas = Isis».
Reazioni
Dure le reazioni internazionali.
Il vicepremier italiano Salvini definisce le parole del presidente turco Erdogan su Hamas “gravi e disgustose e non aiutano la de-escalation”. Salvini aggiunge: «proporrò al collega Tajani di inviare protesta formale e di convocare l’ambasciatore della Turchia».
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha assicurato che ascolterà “le opinioni del vicepresidente Salvini per comprendere quali sono le sue idee e le sue posizioni sulla crisi in Medioriente ma per quanto riguarda la posizione del governo italiano è chiara: per noi Hamas è una organizzazione terroristica“.
A Beirut vertice fra Hamas, Hezbollah e Jihad islamica
Intanto la tv di Hamas al Manar ha diffuso la notizia di un vertice fra alti rappresentanti del partito armato libanese, di Hezbollah e della Jihad islamica. Presentia Beirut in Libano il vice capo di Hamas Saleh Aruri, il leader di Hezbollah Hasan Nasrallah e il capo della Jihad islamica Ziad Nakhale.
di: Marianna MANCINI
FOTO: ANSA/EPA/NECATI SAVAS