proteste iran

Di Maio ha avuto un colloquio con il ministro degli Esteri Amir-Abdollahian

Mentre non si arresta lo sdegno internazionale per le violente repressioni di Teheran, le autorità iraniane non accennano a passi indietro.

Oggi il ministro degli Esteri Hossein Amir-Abdollahian ha avuto un colloquio telefonico con Luigi Di Maio, nel quale ha espresso la sua “insoddisfazione” per le posizioni e gli interventi occidentali su quanto accade nel suo Paese: «se l’Unione Europea vuole intraprendere un’azione frettolosa e sconsiderata deve attendersi una risposta da parte iraniana» avvisa Amir-Abdollahian facendo riferimento a quanto avanzato ieri da 6 Paesi (Italia, Spagna, Germania, Francia, Danimarca e Repubblica Ceca) sulla possibilità di sanzionare Teheran.

«La Repubblica islamica ha sempre prestato attenzione alle richieste pacifiche del popolo» si è giustificato Amir-Abdollahian, secondo cui nelle ultime settimane “terroristi ed agenti stranieri” avrebbero fomentato violenza e caos” provocando la morte di “persone innocenti e di agenti di sicurezza“.

Mentre secondo alcune fonti italiane il colloquio avrebbe riguardato anche il caso della detenzione di Alessia Piperno, nel comunicato ufficiale di Teheran non si accenna alla vicenda.

Ieri sera le autorità di Teheran hanno rilasciato almeno 620 manifestanti detenuti, ritenuti estranei ai “sabotaggi” che sarebbero avvenuti nel corso delle proteste per la morte della 22enne curda Mahsa Amini. A stabilirlo è stato il vicecapo della Magistratura iraniana Kazem Gharibabadi in seguito a una visita alla prigione di Hasanabad a sud della Capitale.

Gharibabadi, nel corso della visita, ha voluto ribadire che “la pietà islamica permetterà la liberazione” di quanti, “nonostante abbiano commesso atti illegali“, non abbiano preso parte ad attacchi alle forze dell’ordine e “sabotaggi”.

Oggi anche l’Alto rappresentante della politica estera dell’Ue Josep Borrell ha espresso preoccupazione per l’escalation di violenze nelle repressioni delle proteste in Iran.

«Con gli Stati membri continueremo a vagliare tutte le opportunità a nostra disposizione – ha commentato Borrell, – anche eventualmente misure restrittive, per reagire all’uccisione di Mahsa Amini».

di: Marianna MANCINI

FOTO: ANSA/EPA/JULIEN WARNAND